martedì 28 maggio 2013

Quando il buonismo diventa vile complicità

Negli ultimi giorni il conteggio delle vittime di femminicidio ha avuto un'impennata.
Due giorni fa, Fabiana... una ragazzina,... giovanissima!
Anche in questo caso, il solito copione, sempre il solito...ancora il solito !

Ecco lo standard di quanto si legge:
la gelosia,
"le solite liti",
"l'impeto"
"lo shock" nonostante l'abbia evidentemente attirata lui in un luogo appartato;
"lo shock lucido e prolungato" - che ormai dovrà divenire una nuova patologia argomento di convegni internazionali - durante il quale è andato a prendere una tanica per darle fuoco...ancora viva !!!!!
mi sono perso qualcosa?

Ovviamente non conosco la vicenda come conosco invece quella di Beatrice.
Ma gli elementi che si sentono dalle notizie, rappresentati a tutti (compresi i magistrati), sono gli stessi...sempre gli stessi,...ancora una volta gli stessi !
Non resta altro che la definizione di uno standard per questi "racconti" che, se fossero libri verrebbero a noia solo dopo il primo......tutti uguali!
Una linea difensiva che ha funzionato spesso in passato e che spero non funzioni più, altrimenti sarebbe demenziale! 

E cosa succede il giorno dopo alla Camera ?
durante la seduta per il recepimento della Convenzione di Istambul contro la violenza sulle donne...
!... il giorno dopo...!
VUOTA ! ... o SEMIVUOTA !   ... non cambia la sostanza.


Allora qual'è il segnale?
che non c'è voglia di occuparsi della realtà del paese, in generale...vista la incapacità di affrontare i problemi.
Queste vittime erano e rimangono persone !
persone come quelle che, già lo sappiamo, moriranno da qui alla fine dell'anno.
L'atteggiamento: chi se ne frega. Questo è il segnale.

Queste persone, Beatrice - mia sorella - meritano almeno considerazione, visto non siamo riusciti a proteggerle...
...e non riusciremo nemmeno a farlo, se continuiamo come ieri alla Camera dei Deputati.
Non faccio politica, non mi importa delle ideologie: contano i fatti.
Per questo voglio elogiare la presidente Boldrini che mi sembra forte, giusta e con senso del Paese...qualità ormai svanite in un brodo che non sappiamo più nemmeno che sapore abbia.

E' drammaticamente perverso occuparsi solo di ciò che non va oltre il proprio naso. Quello che i nostri cari uomini politici, le guide del Paese, stanno continuando a dimostrare... ce lo dimostrano ogni santa volta e non si stancano di farlo.
In questo caso hanno deciso che, nel pieno dell'esplosione di un fenomeno che porta alla morte di persone - ripeto persone - è meglio nascondersi, non fare niente, quindi in definitiva hanno deciso che è meglio "salvare" gli assassini, e "condannare" le vittime.
Questa è la realtà, per la loro è un'altra realtà...non quella dei comuni mortali,... mortali, sì perchè c'è gente che muore - per davvero e senza motivi validi - se non si fa qualcosa!
A qualcuno è rimasto qualche dubbio?


Il carnefice ha "diritto" ad essere compreso, ha diritto alle attenuanti, agli sconti di pena, alle decurtazioni per buona condotta (...buona condotta...ci manca la medaglina), ha diritto ad essere reinserito (senza preoccuparsi se davvero sia reinseribile).

La vittima a cosa ha "diritto"? a riposare in pace? la sua vita... ormai è andata, cosa ci possiamo fare? i figli...c'è chi ci penserà...
si tratta di questo?
mi dispiace ma io non lo capisco... e non lo accetto.

Continuo a pensare che il buonismo, la memoria corta, il veloce perdono di tutto, così come il veloce accantonamento di fatti, persone ed emozioni siano pericolosissimi: passiamo la vita a correre e forse ormai abbiamo metabolizzato la convinzione che tutto debba essere veloce: SUPERFICIALE.
Anche se crolla il cielo, non fermiamoci a pensarci...

Credo che ci siamo autoconvinti o fatti convincere a vivere una condizione innaturale di supercicialità, che abbiamo poi razionalizzato...
Credo che ogni tanto sarebbe bene soffermarsi e riflettere sul senso che vogliamo dare alla nostra vita e sul mondo che stiamo preparando per i nostri figli...
Credo che adesso stiamo rincorrendo qualcosa che non raggiungeremo mai e che non stiamo nemmeno scegliendo dove andare. C'è chi se ne deve occupare, anche se non ci piace deve farlo qualcun altro: brontoliamo ma non facciamo niente.

Forse si preferisce salvare i carnefici per sentirsi meno colpevoli?
Invece così si diventa COMPLICI !!!

Chi non salva una persona che potrebbe salvare è complice, inutile raccontarsela.
Inutile raccontarsela...
...in circostanze definite si chiama "omissione di soccorso"...ed è un reato.
Ma conviene la posizione comoda, nascosti dietro la mediocrità, dietro la folla.

L'atteggiamento da struzzo, codardo,... trasforma in complici con vigliaccheria.

I vigliacchi trovamo sempre una scusa, una giustificazione per non affrontare un problema. E quale migliore modo dell'atteggiamento buonista verso i carnefici?
La grande salvifica immagine del perdono di un'altra persona per perdonare noi stessi...

martedì 21 maggio 2013

Liti, Impeto, shock ...e via! giustificato e tutto a posto?

Voglio tornare sull'articolo de "Il Tirreno".
Niente contro il giornalista o il giornale, ma li dentro vi è un concentrato di alcuni elementi - sempre i soliti - che vengono messi sul tavolo tentando di usarli in difesa dell'assassino di turno - Massimo Parlanti in questo caso - ma in realtà costituiscono proprio la prova del contrario.
Si, perché sono elementi così forzati e cosi distanti dai fatti, che possono costituire solo prova del contrario, altrimenti si atterrebbero ai fatti.

E' molto interessante l'utilizzo delle parole "l'ennesima lite"...
si evoca facilmente il pensiero, l'immagine di continue risse, magari di colluttazioni continue...lo fa venire in mente, vero?
Chi non lo penserebbe?

Nel leggere quelle righe verrebbe anche a me di pensarlo..., ma io conosco persone e fatti.
Vogliamo analizzare anche la parola "lite" (che probabilmente ho utilizzato anche io) che ha diverse accezioni?
oppure vogliamo attenerci ai fatti?

Niente di più lontano dalla realtà dell'immagine che viene evocata!
Beatrice non provocava mai ...MAI !
non ne aveva motivo,
non ne aveva necessità...MAI!...anzi...
certo non subiva passivamente i soprusi, le angherie ed i comportamenti provocatori dell'assassino, ma reagiva sempre con compostezza e correttezza.

Solo un esempio: quando Parlanti non volle riportare i bambini non rispondendo neanche al telefono (lo ha fatto più di una volta), Beatrice ha chiamato prima i suoi parenti per cercare di indurlo alla ragionevolezza, ed una volta ha dovuto chiamare anche i Carabinieri.
Nessuna azione di egual sconsideratezza del Parlanti.
Chiedete sul comportamento dell'assassino e di Beatrice: chiedete, chiedete ed informatevi, se non credete alle mie parole, lo possono confermare molte persone, anche molto qualificate.

Non c'era sudditanza psicologica, c'erano solo quasi venti anni insieme e due figli: lei lo ha scritto, provava pena per come era diventato quell'individuo - poi trasformato nel suo assassino - che lei stava scoprendo essere una persona sconosciuta: una persona doppia.

Chiedete, chiedete in giro, chiedete!...
leggete i documenti!
analizzateli, è sufficiente questo, ma è necessario avere conferme per conoscere la realtà dei fatti.

Quello che non riesco ad accettare sono "due paroline" che tentano di tramutare un assalto organizzato e cruento, in un inciampo... un "dosaggio sbagliato"...
non si può continuare a credere alle favole!
davvero vogliamo giustificare tutto? ...ne vediamo gli effetti anche in questi giorni:
un'esplosione di casi di omicidi e maltrattamenti di mariti e compagni verso le "donne della loro vita" !!!

è questa la nostra società evoluta?
vogliamo nasconderci sempre dietro un ditino? dietro una terribile immagine medievale ed eleggerla poi a giustificativo ?

Si sente parlare di gelosia, di complicità delle donne stesse, ma non di mostruosità, non di soggetti socialmente pericolosi, poco di paura, insomma si presenta la solita vecchia scusa, il solito vecchio meccanismo... ma ci possiamo ancora credere?

Questi in dividui sono incapaci di rapportarsi con le persone in generale (Parlanti ne è l'esempio lampante) e dell'altro sesso in particolare. Non sento mai ammettere che sono socialmente pericolosi !
quando maltrattamenti e morti saranno una al giorno lo capiremo?
o forse saremo tutti avvezzi a vivere dentro un mattatoio, una mattanza quotidiana...
Questi soggetti vanno aiutati, sicuramente, ma non a prezzo di altre vite sane e degne, che vanno assolutamente protette!
Non sacrifichiamo innocenti, non ammazziamo due volte le vittime per salvare i delinquenti !


Per concludere, ringrazio Ilaria, che in un suo commento ha riportato la definizione di "shock". Voglio riportare anche quella di "impeto".

1. Impeto (Treccani):
Moto violento di persona che si spinge...con tutta la sua forza, seguendo l’impulso interno...di persona che si lascia spesso trasportare dalla passione, che cede facilmente all’ira... 

2. Shock:
Condizione di grave compromissione della coscienza e di altre facoltà mentali a seguito di una stimolazione psicologica molto intensa

Ora, appare proprio scontato che ci vuole un moto violento per massacrare e poi strangolare una persona ...non vedo come lo si possa fare con una certa delicatezza...
se poi pensiamo a tutto quello che noi abbiamo visto, ed i medici hanno potuto constatare è chiaro che di violenza ce n'è stata, e parecchia...
Io non la dimentico mia sorella, e la rivedo spesso...la rivedo e tento di capire, tento di immaginare cosa mia sorella può aver provato in quegli istanti.
E' lacerante, qualcuno purtroppo può capirlo, gli altri apero non lo capiscano mai.


E vogliamo ancora giustificare i carnefici con il solito vecchio stampino.Ma siamo lontani anni luce dal solito stantio quadretto che viene evocato, rispolverato ogni volta, il solito, sempre, anche in questi giorni, anche stamattina!
Un'immagine che piace tanto tirare a lucido al momento giusto, una sorta di ring casalingo per tentare di giustificare con la parolina magica "impeto"...
ma dove sta l'impeto?
dove si può trovare l'impeto in una macchinazione così complessa ed articolata?
...ma l'assassino ci punta, perché con quello gli hanno detto che si giustifica tutto.
Stiamo inventando l'impeto prolungato ed macchinoso... 

L'ennesima lite, l'impeto, lo shock...
dopo l'impeto, lo shock si chiamano altre persone o le forze dell'ordine, non si va a scuola a prendere i bambini, non si passa tutto il pomeriggio con loro e non si mettono in fila tutte le cose che sapete aver messo in fila questo soggetto.



Ma di cosa stiamo parlando?

io sto parlando della verità, della giustizia, della vita delle persone,...
non di come sminuire tutto attaccandosi ad una parola, ad un'immagine falsa all'origine, da riproporre ogni volta per riportare ad un concetto artefatto che più mostruoso è il gesto, più tenta di giustificarlo.
Sono io che troppo valore alla vita ed alla dignità delle persone?  

ma dove siamo?
La vita di vostra sorella, vostra mamma, vostra figlia, la vita vostra: vale questo?
vale solo questo?
...una donna ogni tre giorni, fra poco dovremo farci tutti queste domande.


Qualche anno in una struttura detentiva, poi permessi, sconti,... e via!
magari l'assassino ha o aveva fatto già i suoi conti...
intanto i primi tempi li sconta in compagnia dei parenti della vittima...
perchè la pena colpisce anche loro: noi, sicuramente più dell'assassino, ben lontano dal pentimento.
L'altra parte di vita cambiata per sempre a tutti, soprattutto ai suoi bambini, in peggio ovviamente!
Poi tutta la vita di Beatrice, mia sorella, a cui l'ha strappata definitivamente: il suo obiettivo.

Ma tutto il male che questo individuo ha fatto si giustifica bene: impeto...e via!
chi non ha ammazzato qualcuno sotto l'impeto? chiunque... naturalmente!

sabato 11 maggio 2013

Articolo de "Il Tirreno" di ieri: l'autodenuncia dell'assassino

Ieri ho letto un articolo su "Il Tirreno".
(qui il collegamento: Articolo de "Il Tirreno" )
Mi è apparso interessante e rivelatorio: voglio analizzarlo.

Questo articolo, molto probabilmente é stato scritto con la collaborazione dei legali dell'assassino. Niente di strano.
La cosa più curiosa si legge proprio nel primo capoverso: "Un omicidio d'impeto, non premeditato,..."
Ora, siccome sappiamo che non c'é stata una sentenza, e nemmeno sono finite le indagini...é evidente che si tratta della voce dell'assassino e non di una notizia.

Mi sono chiesto perché si affannano e corrono a dire che non é premeditato quando sanno bene - meglio di noi - che le indagini, seppure ad uno stato avanzato, non sono ancora concluse?
"excusatio non petita accusatio manifesta" dicevano gli antichi...

É altrettanto evidente perciò, che questa necessitá da parte dell'assassino di sottolinearlo, di mettere le mani avanti, probabilmente discende da qualche fatto che conoscono e di cui ha paura.
Sanno forse che le indagini stanno facendo emergere altri particolari agghiaccianti?
Sente di dover correre ai ripari per tempo come ha fatto poche ore prima di essere catturato?
In questo articolo è poi abilmente accostato il nome del P.M. alla loro versione, per farla apparire una versione più ufficiale.
In questa loro versione, che nulla aggiunge rispetto a 4 mesi fa sentono forte la necessità di chiarire che non è premeditato,...deduco quindi che la loro preoccupazione, da sola, indica una seria possibilità che sia davvero come si affannano a negare...premeditato...

Nell'articolo si parla della "ennesima lite..."
Niente di più falsato!
Ci dovrebbero raccontare episodi di "liti" analoghe,... risulta che ve ne siano state?
"lite", fa bene l'assassino ad attaccarsi ad una parolina il dito per nascondere la montagna che sta dietro...non gli resta altro.

Ma davvero pensano che sia credibile che Beatrice, dopo le minacce di lui, avrebbe acceso una discussione da sola in casa con l'assassino?
Chiedete a chiunque: Beatrice non era né una stupida ne una provocatrice, anzi ha sempre appacificato, chiedete, chiedete a tutti... anche ai familiari di lui.
Beatrice non doveva dire niente a lui, assolutamente niente.
E' lui che ha insistito e parecchio per vederla nella casa...non poteva aspettare di prendere quelle cose pochi giorni dopo a casa dei nostri genitori,...no, doveva prenderli direttamente alla casa nella Nievole
...
...anzi in realtà Parlanti - l'assassino - ha proprio aspettato che lei fosse sola in casa, perché quando si incontrarono pochissimo tempo prima, , sempre in quella casa, gli stessi oggetti lui non li prese. Gli stessi oggetti.
Quel giorno Beatrice non era sola.

L'articolo continua parlando dell'assassino che "sotto shock ha simulato una rapina" (faccio presente che la casa non é affatto piccola e per metterla a soqquadro tutta, piano primo e secondo, ci ha impiegato un po' di tempo...chissà quanto gli è durato lo shock... poverino), d'altra parte chiunque avrebbe la lucidità di depistare le indagini sotto shock...
poi, sempre sotto shock, ha rubato i soldi dalla borsa a Beatrice e, sotto shock, le ha rubato anche il telefono, che poi - sotto shock - si é fermato a buttare in un cassonetto, non dal finestrino;

poi, sempre sotto shock, é andato a prendere i bambini a scuola a Campi Bisenzio facendo finta di niente e naturalmente è stato lo shock a farlo stare ben attento a non far vedere i graffi alle altre persone rimanendo girato dal lato senza graffi;

poi, lo shock stesso lo ha calmato passando tutto il pomeriggio con i bambini come se niente fosse: di una calma rara in quel periodo - così qualcuno ha detto.

Sempre sotto shock ha cercato di far sentire colpevoli i figli dei graffi che lui aveva in faccia, graffi provocati dalla loro stessa madre che tentava di sopravvivere alla indescrivibile violenza delle ripetute botte del padre che poi per sicurezza l'ha strangolata;

ancora sotto shock ha cenato a casa della sua compagna (cena in cui, lui stesso ha ammesso poi, "non sentiva assolutamente niente per quello che aveva fatto"...sarà stato lo shock a non fargli sentire niente);

naturalmente lo shock continua dopo cena, quando é arrivato alla casa é corso come prima cosa da solo per qualche minuto a fare un bisognino dietro la casa stessa prima che noi arrivassimo. E' il primo istinto di chiunque quando ti chiamano perché una persona - la tua ex-moglie, non si trova, pisciare (scusate il termine) nell'ultimo posto dove l'hai lasciata morta.

Poi sotto shock, ha inscenato la recita del piagnucolone senza lacrime e, visto che era sotto shock ha anche sostenuto che aveva baciato ed abbracciato Beatrice, cosa assolutamente falsa.
Continuando lo shock ha affermato che i graffi li aveva fatti il bambino.
Ma non voleva depistare: naturalmente era ancora sotto shock!

Certo questo shock è lungo...e ne fa fare di azioni lucide tutte nella direzione del depistaggio!

Ma continuiamo, perché probabilmente continua anche lo shock...
infatti, ovviamente ancora sotto shock, ha dato una versione agli inquirenti la sera stessa e sotto shock la volta successiva ne ha data un'altra e lo shock non gli fa spiegare certi fatti o certi particolari, ma solo quelli più controproducenti, gli altri riesce a spiegarli.

Sotto shock non si degna mai in tre giorni di pronunciare mezza...nemmeno mezza parola di dispiacere se non per l'aver buttato la storia con la nuova compagna, il paradiso che lui aveva regalato a lei (questo lo dice lui, non lei) ...solo quello!
niente sui bambini e niente su Beatrice, niente di niente!

naturalmente lo shock continua ed é sempre sotto shock quando, due giorni dopo, offre alla sua nuova compagna i soldi rubati a Beatrice...  come minimo indennizzo!
per...il disturbo? Per cosa?...
E le uniche parole di dispiacere sono perché l'indennizzo é minimo.
Tutto quanto sotto shock, naturalmente!

Insomma una tre giorni di impeto e shock.


Lui che di impeto non fa nemmeno uno starnuto!
Lui che l'impeto e lo shock non li ha conosciuti neanche quando è andato a trovare suo padre colpito da infarto solo dopo quasi una intera giornata, perché prima doveva fare un po' di shopping... Importantissimo!...certo dipende dalle priorità di una persona...


Non si nega a nessuno il diritto di difesa, ma se tu assassino chiedi lo sconto della pena (e che sconto), perché invece di affannarti a dire che non é premeditato, non collabori? perché continui a non spiegare ed a mentire?
perché continui a cambiare versione, ed ammettere certi fatti (pochi) solo quando sei messo alle strette?
Perché chiedi se dall'autopsia gli inquirenti possono risalire in modo preciso a certi elementi...
però ti affanni e corri a dire che non è premeditato:
"excusatio non petita accusatio manifesta" ...
 
Vuoi lo sconto ma continui ad ingannare, continui a volerti prendere il braccio dopo che la legge ti offre una mano, e che mano.
Mano che Beatrice ti aveva offerto con molta ragionevolezza e tu assassino quella mano l'hai presa per tirarla a te ed ammazzarla, massacrandola di botte e strangolandola, ma non hai chiarito ancora.

Non si nega a nessuno il diritto di difesa, tranne alla vittima: Beatrice in questo caso.


sabato 4 maggio 2013

Ti ho fatto una visita

Cara Cice, proprio poco fa sono passato a trovarti.
Adesso siamo così vicini che posso venire a trovarti ogni volta che voglio.

Però non riesco ancora a credere che sei li.
Ti vorrei chiedere perché hai voluto dare ancora una possibilità a quel mostro, ti vorrei chiedere com'è andata e cos'hai provato...mentre noi eravamo lontani ed ignari.
Doveva essere una cosa da niente, di dieci minuti, il tempo per lui Parlanti - l'assassino - di prendere le cose che aveva chiesto...invece è stata una cosa eterna, che è valsa la tua vita.

Spesso sono combattuto fra il soffermarmi a realizzare dove sei adesso e sorvolare, pensando solamente che è come se tu fossi lontana temporaneamente.

Però in entrambi i casi sento che la cosa più giusta da fare è raccogliere le tue sfide, almeno quelle che conosciamo, e portarle avanti in nome tuo e non arrendersi, altrimenti il tuo carnefice Massimo parlanti, l'assassino troverebbe soddisfazione in ciò che ha fatto.

Sento che tu ci dai la forza per aggiungere le tue sfide alle nostre, certo....perché tu fai parte di noi e continui a farne parte.

Un bacione

Il buonismo: anticamera della complicità


Purtroppo continuo a sentire notizie di omicidi di donne - dicono che si chiami femminicidio -  in continuazione, gli ultimi proprio in questi giorni: siamo a 50 dall'inizio dell'anno, se non ho sentito male stamani, e non riesco a capire...

Purtroppo continuo anche a sentire notizie di assassini liberi dopo poco tempo,
individui che hanno deliberatamente deciso di togliere la vita ad una persona, una donna, e non riesco a capire...

non riesco a capire: hanno tenuto una buona condotta? cos'è la buona condotta? hanno mostrato "un sincero pentimento"? sono da premiare?
io non lo capisco.

Ammazzano una donna, calpestandone la vita come fosse un moscerino (sempre che un moscerino valga meno di un uomo), pensando di risolvere il loro problema, ma non l'hanno risolto perché il problema è dentro di loro, e finchè il problema saranno loro, semineranno distruzione.

Forse la verifica del pentimento, presupposto fondamentale per la riabilitazione, dovrebbe avvenire anche con i familiari delle vittime, non si tratta di esautorare gli esperti, che hanno il loro ruolo, ma di far entrare il valore umano all'interno di valutazioni che non sono matematiche: una vita non è la somma di un certo numero di anni.
Stiamo parlando di persone, non di un nome, di un numero, persone la cui vita è stata spezzata, persone il cui valore più grande sono proprio emozioni e sentimenti, di loro e di chi li continua a provarne per loro.
Avete mai perso una mamma, una figlia, una sorella per via della mano assassina di un individuo?

sto dando io troppo valore alla vita?
purtroppo sento anche le notizie di recenti vicende di delinquenti che in "permesso premio" (fra l'altro non ho capito cosa ci sia da premiare) hanno partecipato a sparatorie e ferito persone, se non uccise: cosa racconta alle vittime chi ha concesso il permesso premio? su quale base gli è stato dato?
Sarei interessato ad ascoltare.
E' di questo che sto parlando: la corsa all'indulgenza per forza e presto, a perdonare... chi?
non lo sappiamo... non ci curiamo troppo di capire se chi vogliamo perdonare vuole essere davvero perdonato o se non prova assolutamente niente.
E' sufficiente una piccola dichiarazione, qualcuno addirittura cerca in una parola che l'assassino ha pronunciato, la sua completa redenzione: le parole "la madre dei miei figli" è un fatto, non un pentimento.
C'è molta indulgenza, comprensione per il carnefice, finchè la figlia, la madre, la sorella non è quella nostra.
E di questo passo saremo in tanti a provare quello che proviamo noi.

La facilità e la smania di perdonare velocemente fa il pari con il "dimenticare velocemente" le vittime e cozza inevitabilmente con la difficoltà di dare la giusta 
pena per il corrispondente delitto...
DELITTO: una parola che non può racchiudere la vita che Beatrice non può più vivere.

mi chiedo perchè, perchè è più facile mortificare la vittima?
perchè tanto non può lamentarsi...?...facile
perchè salvare il marcio ed avvilire il resto?
io non lo capisco

Non è giustizialismo. Anzi tutto l'opposto, si tratta di dare un valore ed un peso, alla nostra vita: chi ritiene che la propria vita valga meno di 1/3 di quella del proprio carnefice?

Il buonismo - rifugio per alcuni - lo trovo molto pericoloso e porta solamente a trovare altre scuse che inevitabilmente sono di appoggio per altri.
Ed è quello che sta succedendo, questi fenomeni sono in crescita: Beatrice è stata la 119° del 2012 e nel 2013 !?

Le vittime come Beatrice - la mia sorella della quale mi manca tutto - non sono santi o martiri, sono - anzi erano - solo persone normalissime e dignitose che volevano vivere la loro vita, indubbiamente in modo più degno dei loro carnefici. Indubbiamente.
Però da salvare sembra essere il carnefice...
cos'è? una sorta di autoassoluzione che la società cerca per se stessa?
...e se fossimo noi le prossime vittime?

Finora non ho avuto la forza di accendere il computer della Cice, quello che le avevamo regalato dopo la separazione, quello che è stato sotto sequestro per via delle indagini, quello che usava per poter "rimanere connessa" con le tante persone che le volevano bene, quello dove ha scritto il suo diario...
Per adesso troppo dolore.

Probabilmente lo farò in questi giorni, sarà dura, ma voglio far sapere e rendere giustizia e far capire che non si tratta di una "storia", un nome, ma di una persona meravigliosa, a cui è stata strappata orribilmente ed inutilmente la vita.

Beatrice, anche se mi hai fatto leggere qualche pagina del tuo diario in passato, ti chiedo già adesso scusa se leggerò il tuo diario, ma è un pezzo di te ed ho tanta voglia di sentirti vicino e di scambiare quattro chiacchiere con te.

Un bacione