martedì 30 luglio 2013

Femminicida non è solo chi uccide


Ringrazio l'anonimo che nell'ultimo post ha commentato segnalando un link ad un articolo molto importante, che ripropongo qui sotto:
Repubblica.it -La mia vita prigioniera in fuga dall'amore violento

...nel frattempo l'altro ieri è stata uccisa un'altra donna a Marina di Massa...

In questo articolo si può capire qualcosa della "condanna delle vittime".
Si la condanna delle vittime, che inevitabilmente avviene, soprattutto se non si riesce a fare qualcosa di veramente serio per arrestare definitivamente questi individui.

Voglio prendere come spunto la vicenda di questo articolo per far capire qualche altra cosa che abbiamo capito a nostre spese (anzi a spese di Beatrice) sul femminicidio.
Questo articolo, questa lettera di una persona vera, con una vicenda vera, che sta vivendo una vita vera, fa capire come il femminicida non è solo chi ammazza, ma soprattutto è chi vuole annientare la persona. 
Con qualsiasi mezzo, dai più sottili ed apparentemente trascurabili, ai più violentemente inequivocabili.

L'articolo è importante perchè vi si ritrovano tutti gli elementi classici che preludono all'ormai "solito tragico epilogo" (già queste tre parole mi sembrano un'assurdità per una società civile quale ci vantiamo di essere).

La cosa preoccupante è che non è sempre così ...evidente...

nel caso dell'articolo i segnali sono macroscopici e la difficoltà era quella di "uscire" da un determinato meccanismo: il solito.
In altri casi (come quello di mia sorella) questi segnali non erano così evidenti e non ci saremmo mai nemmeno sognati quello che poteva accadere.
Beatrice non era in condizioni così palesi di costrizione e si sarebbe ribellata a certe limitazioni simili alla reclusione.
Questo non sminuisce minimamente la signora dell'articolo, perché le dinamiche sono sempre molto diverse. E' un fatto, tant'è che da sola ha fatto certe scelte.

Beatrice non ha dovuto rinunciare ai suoi contatti con l'esterno, tant'è che era lei a fissare sempre con parenti ed amici;
Beatrice non aveva rinunciato al suo lavoro, anzi negli ultimi tempi era l'unica a mandare avanti la famiglia nell'attesa che lui trovasse un lavoro... "degno di lui";
Beatrice non era oggetto delle famigerate improbabili gelosie, dietro le quali si nascondono questi inutili individui: anzi è stato Massimo Parlanti - l'assassino - a tradirla e ad ammetterlo con una certa fierezza mista a distacco millantando la semplicità della sua riuscita, proprio con Beatrice (a sottolineare...vedi che grand'uomo che sono?...si, proprio un grand'uomo...)
Beatrice era una donna emancipata, era lei a tenere spesso i contatti con il mondo, ed era lui a scansarlo...ed il mondo scansa altrettanto volentieri lui: quando andavi a trovarli l'accoglienza di lui era decisamente sotto la soglia minima della decenza, anche con i suoi familiari, che denigrava come tutti gli altri anche di fronte a noi.
Interveniva solamente quando c'era da sminuire qualcuno o qualcosa, compresa mia sorella, e spesso - vigliaccamente - lo faceva quando lei cambiava stanza...

Tutto questo per dire che i segnali non sono sempre quelli soliti e macroscopici: la gelosia insensata ed improbabile, il controllo e la costrizione fisica, il divieto di uscire di casa, di frequentare altre persone - soprattutto se uomini - fino all'eliminazione dei numeri di telefono, la violenza fisica, le umiliazioni al limite dello schiavismo, etc...

Per Beatrice tutto questo non c'era in modo evidente, c'erano tanti altri piccoli segnali, più subdoli, che hanno fatto sottovalutare a tutti la situazione, a tutti...probabilmente tranne qualcuno che sapeva e conosceva meglio certi dettagli e certi segnali...

Credo profondamente che se avessimo conosciuto certi segnali, conosciuto certe dinamiche, qualcosa avremmo potuto fare anche se pare se lo fosse messo decisamente in testa e probabilmente Beatrice l'aveva scansata già una volta, senza che nessuno se ne rendesse conto.

I segnali da tenere d'occhio sono molti e molti altri ancora:
- le richieste di rinuncia a qualche piccola libertà, di rinuncia a qualche piccolo pezzo di voi stesse
- la tendenza alla chiusura in un mondo sigillato anche dell'intero nucleo familiare,
- la tendenza strisciante a creare le condizioni per diventare il signore del feudo,
- la tendenza a proporsi come il detentore della verità, sminuendo continuamente gli altri e magnificando la propria inettitudine,
- la sfida continua che mina l'orgoglio, le frasi "vai da mammina", "senza la mamma non sai far niente" o simili.

Tutte quei segnali di incapacità di confrontarsi col mondo, con la vita vera, di soggetti incapaci... anche di sognare.
Attenzione a questi meccanismi che avvengono anche molto lentamente a seguito di un lavoro paziente, meticoloso e continuo.

Adesso ne conosciamo bene i meccanismi ormai e ne abbiamo ampia, amplissima prova.
E se non cambia qualcosa nelle pene più severe, negli strumenti di difesa, questi meccanismi si ripropongono in chi ha visto questo modello come l'ambiente naturale.
Ecco perché vittima non è solo chi ha perso la vita oggi, ma chi crescerà pensando che questo sia normale e chi potrà perderla domani.

Per prima cosa dobbiamo allontanare la mela marcia, infetta. Perché non c'è altro da fare.
Allontanarle dalla società e dalle vittime in vita, altrimenti condanniamo i frutti buoni perché manca il coraggio di essere risoluti, di prendere una decisione...non voglio pensare che manchi la capacità di prendere decisioni.

Poi dobbiamo prenderci cura di coloro che sono stati più vicini a questi frutti marci e malefici. Altrimenti la loro sudicia inettitudine continua a mietere vittime, a contagiare e dilaga.

Dobbiamo fare qualcosa perché femminicida non è solo chi uccide, ma chi con pazienza lavora per annientare una persona.

lunedì 22 luglio 2013

Affrontiamo il "femminicidio"... o come vogliamo chiamarlo

Il femminicidio, o comunque vogliamo chiamarlo, è una fra le peggiori manifestazioni della deviazione mentale di alcuni individui.
E' il lato più marcio dell'approccio alla vita di quelli come Massimo Parlanti: biechi manipolatori, inetti ma calcolatori, sprezzanti e presuntuosi, vigliacchi sanguisughe.
 In realtà sono dei poveri meschini che non hanno compreso la loro incapacità di costruire qualcosa - sostanzialmente, di vivere la vita - e si sfogano su coloro che ci riescono.
Perchè?
Perchè sono la dimostrazione più manifesta, lo specchio del loro totale fallimento come esseri umani e come uomini, come maschi, quali non sanno essere...in nessun senso.

E non capiscono, e finchè non capiscono non smettono, e se mai capiranno...la soluzione sarà quella che sarà...

Mi dispiace ma questi individui penso non siano degni di essere chiamati esseri umani: le bestie - delle quali l'essere umano dovrebbe essere il genere più evoluto - hanno coscienza e rispetto della vita, hanno dignità.
Le bestie hanno uno scopo di vita nobile, questi individui no e bussano alla porta di tutti succhiando quello che possono finchè ce n'è.

Perciò per quelli come Parlanti non provo nessun rispetto e nessuna pietà, mentre magari qualcuno va anche a trovarli in carcere.

Vorrei proprio vederli andare a trovare l'assassino della propria madre, sorella o figlia...con lo stesso animo benevolo. Anche se li conosce appena, ma gli sembrava una persona tanto perbene.
L'apparenza... che conta così tanto !

Rimango convinto che il pentimento non faccia parte del loro essere tant'è che le recidive sono impressionanti, anche dopo tanto tempo, anche dopo tante manifestazioni ed avvisaglie (e denunce).
Sia ben chiaro non nego il diritto al pentimento, ma hanno tanto, tanto, tanto, tantissimo da dimostrare,... ma proprio tanto e non basta una letterina di intenti ancora contorti e subdoli...

Vi segnalo a tal proposito la trasmissione che c'è stata in diretta streaming l'altra settimana sul sito de "Il fatto Quotidiano", ecco il link: 
IlFattoQuotidianoTV - Trasmissione Violenza sulle donne: Le domande e le risposte 



La trasmissione è stata molto interessante e seria, il conduttore serio e ponderato, le persone intervenute mi sono sembrate competenti, in particolare molto preparata mi è sembrata la giornalista (credo collega di David Perluigi - il conduttore), c'era anche Riccardo Iacona: però...
però: non ho trovato risposte.
Sarebbe interessante vedere anche qualche giudice ogni tanto in questi incontri...

Gli interventi sono indiscutibilmente utili ed interessanti, ma le risposte... le risposte continuano a mancare. Spesso si assiste a tanti monologhi, una passerella dove gli intervenuti mettono in vista il loro campo, il loro operato: ratifiche, finanziamenti, libri, prevenzione,... tutto giusto e molto bello, ma il fenomeno continua indisturbato...
assolutamente indisturbato.

Mi sembra che ci sia molta concentrazione sui mezzi e non sui risultati.
Avete contato gli omicidi anche negli ultimi giorni?

Nell'occasione ho chiesto il perché alcuni politici vanno in carcere a trovare gli assassini e non vanno invece a trovare vittime e parenti?
La risposta a questa domanda, non me ne vogliano redazione, autori e conduttore, è stata inesistente.
Probabilmente non è stata compresa.
Ma non mi è sembrata pertinente la ratifica della convenzione di Istanbul...per questa domanda.

La domanda mirava a porre la questione:
se qualche politico va in carcere a trovare gli assassini facendo lo sciopero della fame perchè gli assassini stanno scomodi in cella, ...perchè nessuno racconta dei sogni di una donna come Beatrice che dopo tanta fatica aveva ritrovato la libertà da un individuo incapace di amare - e non solo in senso affettivo - e la gioia di vivere, che un mostro assoluto le aveva piano piano tolto.

perchè nessuno si preoccupa di tutto quello che travolge la vita di chi rimane?
avete idea della valanga che travolge chi rimane?
avete la benchè minima idea di quello che si deve sopportare e sostenere?
avete idea del fatto che una famiglia normale può andare in rovina? rovina economica, di sogni, rovina psicologica...
questi sono effetti collaterali sulla società che nessuno considera
avete idea che un figlio cresciuto con un certo modello può ripeterlo ed essere lui il prossimo?
avete idea?
ve lo posso spiegare p e r f e t t a m e n t e !


Se non bastasse, lo stesso Iacona ha detto: "questi soggetti difficilmente si pentono"
... quindi...
altri problemi quando escono!!!!


Non ho timore di spiegare e raccontare...non abbiamo niente da nascondere..noi.

E ve lo posso assicurare...chi non ci passa non ha la benché minima idea di come cambia la vita...di punto in bianco, senza averlo scelto, col dolore addosso,
avete idea di quanto si deve combattere per non essere risucchiati dalla scia di devastazione che questi individui dall'animo marcio lasciano dietro di sè?
avete idea di come continuano anche dopo a cercare di trascinare le persone nel loro baratro di devastazione?
e vengono perfino aiutati a farlo...

Chi li aiuta, abbracci pure il loro devastante oblio, è una loro scelta, ma non li aiuti a trascinare nel baratro gli altri: questa è complicità.
E spero tanto che la giustizia non abbocchi ad un amo tanto macroscopico quanto inconsistente e subdolo.

Queste conseguenze anche la politica può affrontarle.
Per questo mi concentro sulla domanda alla quale non ho avuto nessuna risposta: venite signori a vedere le vittime, venite a conoscerele, a conoscere chi è rimasto, venite a vedere come se la cava da solo o con l'aiuto di una schiera di meravigliosi parenti ed amici, chi è rimasto.
Ma guardate come è rimasto...
Ma le leggi, le procedure, la tutela delle persone ingiustamente travolte,...
dov'è ?

Venite a vedere come cambia la vita della gente grazie a questi mostri senz'anima.
Venite ...per vedere come se la cavano persone normalissime, e come cambia la loro vita per almeno i prossimi 15 anni
...o per tutta la vita...

Come il marciume di una persona può dilagare ed investirne almeno altre sette.

Venite, ma dovete avere la pazienza di ascoltare, per una volta... ascoltate, non pronti a dare una risposta che non risponde, che non consola, che non rassicura nessuno, una risposta autoreferenziale.

Per favore ascoltate e non mettete in primo piano l'occasione per mettere la bandierina del proprio colore su un'idea, su documento...
Vi assicuro che certe cose sono a costo zero, certe leggi non hanno impatto economico, ma ridanno un pezzettino di vita a chi ne ha perso già un pezzo.

Per favore questo vi chiedo di iniziare a fare: ascoltare.

giovedì 11 luglio 2013

Femminicidio: ancora e ancora. Di cosa si vuol discutere?

Di ieri un'altra notizia terrificante: un altro assassinio di una giovane, giovanissima, mamma a Palermo.
Davanti o comunque in presenza del figlio di 2 anni in casa...

Cos'è? sta diventando una moda?
Continuiamo così...

Non discuto sul numero effettivo di denunce di cui è stato fatto cenno, etc... su cui ci vorrebbe un'ampia discussione che non è opportuno fare perchè non conosco i fatti.

Ma voglio chiedere: cosa può dire questo individuo di interessante? cosa inventerà a sua difesa?
Probabilmente farà come Massimo Parlanti: inventerà quello che può inventare..."tanto li c'era solo lui, e solo lui sa come è andata veramente", questo pensa uno come Parlanti, lo ha esplicitamente dichiarato, e ci marcia sopra sperando che non scoprano le contraddizioni.

Così come Parlanti cerca di sembrare una personcina perbene, equilibrato, che non ostenta il suo patrimonio e le sue possibilità, uno premuroso, sempre calmo... 

esatto, è proprio questo: un calcolatore, un macchinatore paziente con trasporto emotivo pari a zero, un individuo che chiunque lo conosce non ha dubbi sul come definirlo.
Magari lui si appoggia alle impressioni superficiali di persone che lo conoscono superficialmente, cosa in cui è maestro: DISSIMULARE.

Eppure c'è qualcuno che lo compatisce, qualcuno che lo conosce superficialmente, che però pensa che è poverino perchè chissà come starà scomodo lì... dove nonstante tutto continua ad operare in sordina, scrive, subdolo e cerca di insinuarsi ugualmente.

Vorrei proprio chiedere
a chi vede Massimo Parlanti con compassione,
a chi pensa che meriti compassione, a chi pensa in modo buonista a chi vede possibili attenuanti,
a chi, dopo quello che ha fatto - e sicuramente non sanno quello che ha fatto e come lo ha fatto - riesce a vedere una personcina desiderabile

vorrei chiedere:
- se prova questa empatia per un lurido assassino, cosa prova per Beatrice, la vittima?
- prova solo un "poverina" scordandosi di chi è l'assassino che l'ha massacrata?
- prova più compassione per l'assassino o per Beatrice?
- proverebbe la stessa empatia, compassione e benevolenza per l'assassino di sua figlia? di sua mamma? di sua sorella?
- cosa racconterebbe al figlio di due anni che ha visto sua madre in terra esamine uccisa da suo padre?
- cosa racconterebbe ai figli di Beatrice?

Vorrei proprio incontrarle queste persone e vederle in viso e scambiarci due parole, per vedere l'Italia com'è diventata.

Voglio capire, a prescindere da qualsiasi dettaglio insignificante su cui si concentrerà la difesa degli assassini, sulle palgiuzze senza senso a cui cercheranno di dare un senso...

Anche se ormai vedo ben poco di religioso in cui credere, rimane la fede nei valori umani della giustizia umana, valori a volte espressi veramente bene anche dal Vangelo.

«Non giudicate, per non essere giudicati;
perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?

O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


Vedete il problema è tutto qui: siamo buonisti quando le tragedie sono altrui, siamo profondamente superficiali, perchè pensiamo che la nostra superficialità sia veramente una cosa seria e ci crediamo profondamente... in quello che non conosciamo, che non abbiamo visto, nè vissuto.

Vogliamo trovare una scusa, una giustificazione, una sorta di comprensione e di perdono a tutto quanto, per sentirci meno colpevoli noi?

Quel brano mi sembra davvero illuminante per vari aspetti:
perchè è così che facciamo a duemila anni di distanza...ancor più di prima; perchè forse sapendo della trave nel nostro occhio, cerchiamo benevolenza verso i mostri per paura di un giudizio analogo nei nostri confronti.

Bene, io non ho paura di essere giudicato, assolutamente, da nessuno: terreno o ultraterreno, nessuna paura. Errori ne ho fatti e ne farò, non sono un santo, e cercherò sempre, sempre di migliorare.
Ma non ho nel modo più assoluto paura del giudizio di nessuno in termini umani, quale io sono...
l'assassinare la madre dei tuoi figli, massacrandola a pugni, calci, meditatamente e poi scientemente, per sicurezza, strangolandola con tutte, tutte, tutte le tue forze, e poi inscenando il resto, e poi continuando a mentire, e poi cambiando versione, e poi usando i tuoi figli come allibi/complici, e poi continuare dal acrcere con fare subdolo e manipolatore...
...e poi? 

io non lo posso perdonare, per Beatrice, per i suoi bambini, per i miei genitori, per me stesso, per mia figlia che non la conoscerà bene.

Non concepisco alcuna comprensione, e vi posso giurare che ne ho tanta per tante altre cose, e spesso cerco di trovare qualche scusante anche io nella cultura dell'assassino, nell'educazione, nel contesto...ma non trovo niente! niente che giustifichi tutto quello che ha fatto.
Anzi trovo elementi che fanno emergere la sua irremovibile volontà a dispetto di tanti suggerimenti che gli arrivavano da tante, tante persone e tante tante parti.

Mi dispiace ma non trovo niente che Massimo Parlanti - così come questo Benedetto Conti di Palermo - nè i suoi avvocati, possano dire che sminuisca quello che ha fatto: i fatti sono questi, indiscutibili, il resto è pura fantasia, illazione, buonismo gratuito e senza valore protettivo, educativo, riabilitativo, per nessuno!
Diventa poi difesa dell'indifendibile!
Niente di interessante, nè di serio e sensato può essere detto a loro difesa e messo a confronto con i fatti. Niente.


Tutto quello che viene detto in sua difesa aumenta la gravità della dissimulazione (peraltro già ampiamente dimostrata) e l'offensività nei confronti di Beatrice e di chi le vuole bene.

Molto più dignitoso per Massimo Parlanti - l'assassino - sarebbe una vera confessione ed una accettazione della pena, che dovrebbe essere commisurata a quanto ha fatto: togliere la vita ad una giovane donna.

Un assassino di questo tipo non ha dignità, nè - secondo me - diritto a tornare mai più in libertà, ad infestare le menti ragionevoli, a perseverare nella demolizione di tutto ciò che gli è attorno.
In alcuni paesi - peraltro civili - non avrebbe più nemmeno diritto a vivere ancora...e non riesco a trovare una, una sola ragione per non pensare che sarebbe giustizia giusta.

Vogliamo continuare ad essere teneri? vogliamo continuare a trovare mille scusanti?
diamo altre occasioni per uccidere altre donne, altre persone?
facciamo vedere che non è proprio una cosa così grave dando le attenuanti?

Voglio proprio sperare che i giudici siano illuminati, come alcuni ne abbiamo visti, da valutare la sostanza dei fatti e non le chiacchiere promittenti "i soliti buoni propositi" e l solite "giustificazioni che non giustificano" che si rivelano contraddittori e strumentali, volti solo a mostrare un'apparenza molto lontana dalla sostanza ricostruibile dai fatti.

sabato 6 luglio 2013

L'udienza è fissata, la giustizia sarà giusta?

Purtroppo non ho potuto scrivere ultimamente per via di alcuni impedimenti, ma continuo e continuerò a scrivere, perché voglio che tutto sia chiaro e limpido, che tutto sia noto.
Proprio il contrario di ciò che vuole Massimo Parlanti, l’assassino spietato e senza alcun rimorso, sì perché questo è ciò che dimostra di essere ogni volta…ogni singola volta.

Come sempre ha fatto, lui separa le persone, offre visioni parziali e distorte, ci parla o scrive con tono placido ed affabulatorio alternando vittimismo ed imperio, elogiando se stesso a nome di altri…tutto per i suoi fini, per tentare di autoaffermarsi, per rimanere informato, per macchinare in continuazione.

Se così non fosse, le sue azioni e le sue stesse parole non sarebbero così striscianti, melliflue, subdole e contorte… fra le richieste non ci sarebbe la complicità delle persone a cui si rivolge, non farebbe richieste ambigue e doppie, al limite del demenziale.

Così come ha sempre fatto, ha continuato a farlo anche dopo il massacro che ha deciso di mettere in atto, volontariamente, scientemente e, tutti ne sono convinti, in modo premeditato. E continua tuttora a farlo dal carcere: scrive solo a qualcuno… mellifluo strisciante e risoluto nel vendere la sua distorta verità. Nel prossimo post lo racconterò più in dettaglio.

Atteggiamento da manuale della perfetta viscida vigliaccheria.

Vi sembra dispiaciuto uno che continua a fare così?
Vi sembra mosso da sincero pentimento?
Vi sembra mosso da autentica “buona volontà”?

Non ha mai mostrato né rispetto, né dispiacere, né pentimento per ciò che ha fatto a Beatrice, ma neanche quella buona volontà che intende dimostrare strumentalmente facendo scrivere agli avvocati una letterina di intenti (vanno tanto di moda), al solo scopo di convincere i giudici.
Va letta bene quella letterina…

 
L’udienza è stata fissata.
Voglio proprio vederlo il 26 settembre in aula. Il suo atteggiamento sarà molto ben costruito.

Voglio proprio vederlo, col suo atteggiamento, col suo sguardo, con lo stuolo di difensori, con i fatti mai spiegati e con i fatti distorti, con le evidenti contraddizioni, con la non verità che ha confessato, con le fandonie, con le molteplici versioni che ha dato dei fatti.

Voglio sentire le nefandezze che verranno dette in aula.

Voglio proprio vedere se in aula avrà il coraggio di spiegare di persona tutto quello che non ha ancora chiarito, tutto quello che i fatti contraddicono, tutte le contraddizioni delle sue versioni…insomma se avrà il coraggio di raccontare la verità con la sua voce, con la sua faccia oppure continuerà ad essere il codardo che ha dimostrato di essere.

Voglio proprio vedere come e quanto e fino a dove un individuo possa cercare di ingannare tutto e tutti…d’altra parte non c’è da meravigliarsi di niente, dopo l’aver presentato ben due documenti falsi ad un giudice.
 

Un individuo inutile a se stesso e dannoso per gli altri.
Chiunque lo ha incontrato ha ricavato un danno. Massimo Parlanti distrugge tutto, dal lavoro (se mai ha saputo o capito cosa fosse) in proprio e come dipendente, alle relazioni sociali, alla famiglia, anche agli oggetti stessi, noncurante del valore delle cose e noncurante delle conseguenze…tanto c’è chi rimedia.

Voglio proprio vedere la giustizia giusta, voglio capire qual è il valore che viene dato ai fatti, voglio proprio vedere quanto vale la vita di mia sorella, una persona dignitosa e degna di ogni rispetto, a confronto con l’incomodo del suo assassino, che ha cercato in tutti i modi…in tutti i modi di sottometterla, umiliarla e piegarla alla sua inutile ed infantile dannosità, fino a che ha deciso di ammazzarla…e nonostante ciò Massimo Parlanti, l’assassino, continua a comportarsi come prima, continua nel suo sprezzante atteggiamento.
Un individuo inutile a se stesso e dannoso per gli altri.

L’assassino lo sa: lui fa tutto per autoaffermazione ma, nonostante tutto quello che di abominevole riesce ed è riuscito a mettere in atto, non si è guadagnato il rispetto di se stesso.

Il timore è che si continui a ragionare come nel medioevo...così dimostrano ancora certe istituzioni, leggete qua:
 
Voglio proprio vedere se i giudici e la giustizia si faranno ingannare dalla viscida macchinosità dell’assassino, dalle paroline giuste al posto giusto della schiera di avvocati che si può permettere, pur non possedendo quasi niente (così sostanzialmente ci dicono), oppure se danno peso ai fatti, alla pericolosità di un soggetto squallido, se danno e quale valore danno alla vita di una donna meravigliosa - mia sorella in questo caso.

Questo è un responso che farà riflettere molto.