lunedì 3 ottobre 2016

Voi non lo immaginate




A chi ha voglia di capire qualcosina in più suggerisco di leggere questo articolo.

Ho già espresso quanto contenuto in questo articolo ma, proprio perché non le ho scritte io, mi hanno dato modo di riflettere ancora di più: mi sono chiesto a volte se il mio punto di vista era solo mio, se ero io caduto in una sorta di ossessione depressiva tale da non vedere niente di buono attorno, nemmeno in chi - anche istituzionalmente - era deputato ad aiutare a sorreggere una situazione così imponente.
Mi sono messo in dubbio tanto, tantissimo... ed ancora lo faccio.


A qualcuno farebbe proprio bene leggere.

Confermo integralmente quanto contenuto nell'articolo,aggiungerei solamente una cosa: il confronto con l'ingombrante ed invasivo sistema culturale, educativo e di valori di chi ne ha trasferiti solo di distorti.
Assassini che negli anni hanno promosso una certa cultura, certi metodi, certe reazioni e con il massacro della moglie hanno purtroppo completato la loro manifestazione.
Può essere difficile liberarsi dalla metabolizzazione di questa realtà distorta in cui il padre, l'assassino, si propone come un misto fra venerabile perfezione e violenta ed infantile prepotenza, divenendo l'artefice dei peggiori incubi - non solo notturni - di quei bambini che invece dal padre dovrebbero essere protetti.

E' possibile solo immaginare la sensazione di invasione interna che si prova quando è proprio chi ti dovrebbe proteggere che diventa la tua minaccia ed invade, come in una guerriglia, le case di tutti gli altri coinvolti.



Giudici, assistenti sociali, avvocati, buonisti...

chiunque abbia voglia di capire qualcosa... 

siete caldamente invitati a leggere.

Forse capite qualcosa di ciò su cui siete chiamati a confrontarvi, sulla portata che ha il vostro operato (e che evidentemente ignorate), non - ad esempio - leggendo il giornale in tribunale come faceva il nostro procuratore generale.

Ma è utile anche a chiunque si rapporti con persone con questo vissuto: non li compatite da lontano, piuttosto serve solo un po' di pazienza quando qualche minuto hanno voglia di liberare un po' di pressione dalla pentola.

Per il resto hanno voglia, come voi e forse ancor di più, di ridere e gioire della vita rimasta.


Buona lettura.







http://www.lastampa.it/2016/09/28/italia/cronache/voi-non-lo-immaginate-ma-questa-la-vita-che-fanno-gli-orfani-di-femminicidio-gvcPYK3oJwNHFUhhig3NUI/pagina.html