martedì 21 maggio 2013

Liti, Impeto, shock ...e via! giustificato e tutto a posto?

Voglio tornare sull'articolo de "Il Tirreno".
Niente contro il giornalista o il giornale, ma li dentro vi è un concentrato di alcuni elementi - sempre i soliti - che vengono messi sul tavolo tentando di usarli in difesa dell'assassino di turno - Massimo Parlanti in questo caso - ma in realtà costituiscono proprio la prova del contrario.
Si, perché sono elementi così forzati e cosi distanti dai fatti, che possono costituire solo prova del contrario, altrimenti si atterrebbero ai fatti.

E' molto interessante l'utilizzo delle parole "l'ennesima lite"...
si evoca facilmente il pensiero, l'immagine di continue risse, magari di colluttazioni continue...lo fa venire in mente, vero?
Chi non lo penserebbe?

Nel leggere quelle righe verrebbe anche a me di pensarlo..., ma io conosco persone e fatti.
Vogliamo analizzare anche la parola "lite" (che probabilmente ho utilizzato anche io) che ha diverse accezioni?
oppure vogliamo attenerci ai fatti?

Niente di più lontano dalla realtà dell'immagine che viene evocata!
Beatrice non provocava mai ...MAI !
non ne aveva motivo,
non ne aveva necessità...MAI!...anzi...
certo non subiva passivamente i soprusi, le angherie ed i comportamenti provocatori dell'assassino, ma reagiva sempre con compostezza e correttezza.

Solo un esempio: quando Parlanti non volle riportare i bambini non rispondendo neanche al telefono (lo ha fatto più di una volta), Beatrice ha chiamato prima i suoi parenti per cercare di indurlo alla ragionevolezza, ed una volta ha dovuto chiamare anche i Carabinieri.
Nessuna azione di egual sconsideratezza del Parlanti.
Chiedete sul comportamento dell'assassino e di Beatrice: chiedete, chiedete ed informatevi, se non credete alle mie parole, lo possono confermare molte persone, anche molto qualificate.

Non c'era sudditanza psicologica, c'erano solo quasi venti anni insieme e due figli: lei lo ha scritto, provava pena per come era diventato quell'individuo - poi trasformato nel suo assassino - che lei stava scoprendo essere una persona sconosciuta: una persona doppia.

Chiedete, chiedete in giro, chiedete!...
leggete i documenti!
analizzateli, è sufficiente questo, ma è necessario avere conferme per conoscere la realtà dei fatti.

Quello che non riesco ad accettare sono "due paroline" che tentano di tramutare un assalto organizzato e cruento, in un inciampo... un "dosaggio sbagliato"...
non si può continuare a credere alle favole!
davvero vogliamo giustificare tutto? ...ne vediamo gli effetti anche in questi giorni:
un'esplosione di casi di omicidi e maltrattamenti di mariti e compagni verso le "donne della loro vita" !!!

è questa la nostra società evoluta?
vogliamo nasconderci sempre dietro un ditino? dietro una terribile immagine medievale ed eleggerla poi a giustificativo ?

Si sente parlare di gelosia, di complicità delle donne stesse, ma non di mostruosità, non di soggetti socialmente pericolosi, poco di paura, insomma si presenta la solita vecchia scusa, il solito vecchio meccanismo... ma ci possiamo ancora credere?

Questi in dividui sono incapaci di rapportarsi con le persone in generale (Parlanti ne è l'esempio lampante) e dell'altro sesso in particolare. Non sento mai ammettere che sono socialmente pericolosi !
quando maltrattamenti e morti saranno una al giorno lo capiremo?
o forse saremo tutti avvezzi a vivere dentro un mattatoio, una mattanza quotidiana...
Questi soggetti vanno aiutati, sicuramente, ma non a prezzo di altre vite sane e degne, che vanno assolutamente protette!
Non sacrifichiamo innocenti, non ammazziamo due volte le vittime per salvare i delinquenti !


Per concludere, ringrazio Ilaria, che in un suo commento ha riportato la definizione di "shock". Voglio riportare anche quella di "impeto".

1. Impeto (Treccani):
Moto violento di persona che si spinge...con tutta la sua forza, seguendo l’impulso interno...di persona che si lascia spesso trasportare dalla passione, che cede facilmente all’ira... 

2. Shock:
Condizione di grave compromissione della coscienza e di altre facoltà mentali a seguito di una stimolazione psicologica molto intensa

Ora, appare proprio scontato che ci vuole un moto violento per massacrare e poi strangolare una persona ...non vedo come lo si possa fare con una certa delicatezza...
se poi pensiamo a tutto quello che noi abbiamo visto, ed i medici hanno potuto constatare è chiaro che di violenza ce n'è stata, e parecchia...
Io non la dimentico mia sorella, e la rivedo spesso...la rivedo e tento di capire, tento di immaginare cosa mia sorella può aver provato in quegli istanti.
E' lacerante, qualcuno purtroppo può capirlo, gli altri apero non lo capiscano mai.


E vogliamo ancora giustificare i carnefici con il solito vecchio stampino.Ma siamo lontani anni luce dal solito stantio quadretto che viene evocato, rispolverato ogni volta, il solito, sempre, anche in questi giorni, anche stamattina!
Un'immagine che piace tanto tirare a lucido al momento giusto, una sorta di ring casalingo per tentare di giustificare con la parolina magica "impeto"...
ma dove sta l'impeto?
dove si può trovare l'impeto in una macchinazione così complessa ed articolata?
...ma l'assassino ci punta, perché con quello gli hanno detto che si giustifica tutto.
Stiamo inventando l'impeto prolungato ed macchinoso... 

L'ennesima lite, l'impeto, lo shock...
dopo l'impeto, lo shock si chiamano altre persone o le forze dell'ordine, non si va a scuola a prendere i bambini, non si passa tutto il pomeriggio con loro e non si mettono in fila tutte le cose che sapete aver messo in fila questo soggetto.



Ma di cosa stiamo parlando?

io sto parlando della verità, della giustizia, della vita delle persone,...
non di come sminuire tutto attaccandosi ad una parola, ad un'immagine falsa all'origine, da riproporre ogni volta per riportare ad un concetto artefatto che più mostruoso è il gesto, più tenta di giustificarlo.
Sono io che troppo valore alla vita ed alla dignità delle persone?  

ma dove siamo?
La vita di vostra sorella, vostra mamma, vostra figlia, la vita vostra: vale questo?
vale solo questo?
...una donna ogni tre giorni, fra poco dovremo farci tutti queste domande.


Qualche anno in una struttura detentiva, poi permessi, sconti,... e via!
magari l'assassino ha o aveva fatto già i suoi conti...
intanto i primi tempi li sconta in compagnia dei parenti della vittima...
perchè la pena colpisce anche loro: noi, sicuramente più dell'assassino, ben lontano dal pentimento.
L'altra parte di vita cambiata per sempre a tutti, soprattutto ai suoi bambini, in peggio ovviamente!
Poi tutta la vita di Beatrice, mia sorella, a cui l'ha strappata definitivamente: il suo obiettivo.

Ma tutto il male che questo individuo ha fatto si giustifica bene: impeto...e via!
chi non ha ammazzato qualcuno sotto l'impeto? chiunque... naturalmente!

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