sabato 4 maggio 2013

Ti ho fatto una visita

Cara Cice, proprio poco fa sono passato a trovarti.
Adesso siamo così vicini che posso venire a trovarti ogni volta che voglio.

Però non riesco ancora a credere che sei li.
Ti vorrei chiedere perché hai voluto dare ancora una possibilità a quel mostro, ti vorrei chiedere com'è andata e cos'hai provato...mentre noi eravamo lontani ed ignari.
Doveva essere una cosa da niente, di dieci minuti, il tempo per lui Parlanti - l'assassino - di prendere le cose che aveva chiesto...invece è stata una cosa eterna, che è valsa la tua vita.

Spesso sono combattuto fra il soffermarmi a realizzare dove sei adesso e sorvolare, pensando solamente che è come se tu fossi lontana temporaneamente.

Però in entrambi i casi sento che la cosa più giusta da fare è raccogliere le tue sfide, almeno quelle che conosciamo, e portarle avanti in nome tuo e non arrendersi, altrimenti il tuo carnefice Massimo parlanti, l'assassino troverebbe soddisfazione in ciò che ha fatto.

Sento che tu ci dai la forza per aggiungere le tue sfide alle nostre, certo....perché tu fai parte di noi e continui a farne parte.

Un bacione

4 commenti:

  1. Caro Lorenzo,
    malgrado non conoscessi personalmente Beatrice, leggendo i tuoi post e avendo ascoltato le testimonianze di persone che la conoscevano, capisco quanto deve aver sofferto, nel periodo precedente la separazione e durante le fasi del percorso che l’aveva portata a lasciare un individuo da cui evidentemente non aveva mai ricevuto amore vero.
    E’ un destino purtroppo comune a molti, quello di rendersi conto di aver compiuto una scelta sentimentale sbagliata, aver creduto che una certa persona potesse essere quella giusta per vivere una vita insieme, di amore e condivisione, ma poi con il tempo capire di aver trascorso un tratto di esistenza con chi, invece, di amore e condivisione non intendeva proprio nulla…
    Beatrice faceva di tutto per proteggere i propri figli dalle ripercussioni della separazione, spesso anche costretta a sopperire alle mancanze morali e materiali del padre…
    Questa era la sua sfida, ed è quella di molte mamme come lei…cercare di dare una vita normale e serena ai propri figli, anche quando l’assetto familiare ha subito profondi cambiamenti.

    Non è davvero possibile concedere il perdono a chi non ha nemmeno mostrato il minimo pentimento per ciò che ha fatto.
    Quello che hai scritto riguardo alle intercettazioni telefoniche fa venire i brividi...per non citare quello che lui poi ha detto sui propri figli!
    Ha agito con grande e impietosa lucidità.
    Ha costruito una messinscena sul luogo dell’omicidio.
    Ha ripreso i bambini da scuola, come un pomeriggio normale.

    E’ davvero incredibile e inquietante tutto questo….

    Altra cosa incredibile è che, dopo tale comportamento, lui abbia poi raccontato agli inquirenti di essere incorso in un "incidente involontario"...
    Ma andiamo....chi incorre in incidenti, dimostra come minimo uno stato di shock, di confusione....condizioni che certo non permetterebbero di tenere il lucido comportamento che ha avuto costui!

    Un caro saluto.
    Ilaria

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    1. Cara Ilaria, non so se sei l'ilaria che conosco oppure no, ma l'importante é che fa piacere che anche chi non conosceva Beatrice adesso senta quasi come se l'avesse conosciuta. Questo é importante perché fa uscire dall'arbitro della 'storia', del 'racconto'... É questo che credo non dobbiamo fare con quanto non viviamo di persona, pensare che siano cose lontane, cose da altro paese, da altro posto, da altre persone...questo penso sia pericoloso.
      Grazie davvero

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    2. Chiedo scusa, il correttore ortografico ha sostituito la parola "ambito" con la parola "arbitro" e non mi sono reso conto. Ambito é ciò che volevo dire.

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  2. Ciao Lorenzo,
    io non sono l’Ilaria che conosci, ma ti assicuro che, almeno per me, che ci conosciamo o meno è un particolare davvero irrilevante.
    Un fatto come questo non può non indurre ad una partecipazione emotiva, perché ha coinvolto una persona nella quale, per vari motivi, possono identificarsi tantissime donne.

    Tornando alle mirabolanti supposizioni sullo stato di shock o panico in cui si sarebbe trovato il Parlanti subito dopo l’omicidio, vorrei riportare qui delle comuni definizioni che vengono date riguardo a tali termini:

    SHOCK
    - Condizione di grave compromissione della coscienza e di altre facoltà mentali a seguito di una stimolazione psicologica molto intensa.

    PANICO
    - Senso di forte ansia che un individuo può provare di fronte a un pericolo inaspettato, cadendo in uno stato di confusione ideomotoria, caratterizzata per lo più da comportamenti irrazionali (rif: Dizionario di Medicina Treccani).

    Stando ai fatti e come già è stato precisato da altri interventi in questo blog, il Parlanti non risulta aver avuto affatto comportamenti confusionari….le sue azioni sono state invece molto lucide e sembrano inserite in una “scaletta” ben studiata. Infatti:
    Ha fatto in modo di trovarsi da solo con Beatrice nella casa, dopo grande insistenza.
    Dopo l’omicidio, ha simulato una rapina, curando pure molti particolari.
    E’ andato a prendere i figli a scuola, in un orario che secondo lui poteva fornirgli un alibi, ed ha coinvolto il bambino per giustificare i graffi sul viso.
    Al termine del pomeriggio, ha riportato i bimbi dai nonni, mostrandosi calmo, come niente fosse.
    E quando è stata scoperta la tragedia…. ha fatto pure la sceneggiata dell’uomo disperato….!

    Per agire così, ha dimostrato grande freddezza e nervi ben saldi… quale panico o stato di shock permetterebbero una condotta simile?
    Se mai a qualcuno fosse capitato di trovarsi ad assistere una persona sotto shock o con attacco di panico, ben saprebbe come in tali condizioni il contatto con la realtà venga proprio a mancare, essendo il malcapitato incapace pure di dire il proprio nome….
    In caso di incidenti nei quali avvenga un omicidio involontario, un omicidio che non voleva esser commesso, si sente parlare del colpevole che rimane attonito e che subito chiama le forze dell’ordine o un’ambulanza… poiché non lo voleva, il peso dell’omicido sovrasta ogni desiderio di scagionare se stesso.

    Lui si è consegnato agli inquirenti giorni dopo, solo quando ha capito che le indagini stavano puntando il dito verso di lui.
    E ha confessato, ben sapendo che a quel punto quella sarebbe potuta essere per lui la strada migliore.

    Ciao, Lorenzo.
    Un caro saluto a te e alla tua famiglia.
    Ilaria

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