martedì 8 ottobre 2013

Il mio impegno


Mi ritengo una persona abbastanza equilibrata, sincera, un po' giocherellone, che non si sente addosso l'età che ha, mi piace giocare e stare con i bambini, diciamo che...mi ci trovo a mio agio.
Mi piace l'equilibrio e la sincerità, a volte lo perdo l'equilibrio, ma poi lo ritrovo - d'altra parte sono un essere umano - sennò sarei troppo bravo.
Scusa la battuta Cice, ma so che ti farebbe piacere un po' di umorismo, anche se quando devo dire le cose come stanno e come le ho viste, non può esserci che tanta immensa tristezza e dolore.
Però questo blog non voglio che sia solo tristezza, ma anche speranza.

Beatrice non era uguale a me, lei è sempre stata una donna, anche da ragazza era già molto responsabile, riflessiva, ma le piaceva ridere, eccome se le piaceva, le piaceva stare in compagnia...eccome, le piaceva vivere...eccome!
Anche se non era sportiva, le piaceva giocare e vedere i suoi bambini farlo, non disdegnava nemmeno l'avventura, con attenzione e cautela, ma non aveva paura, non si tirava indietro.
Era autonoma, matura, di compagnia, allegra e scherzosa, sensibile e forte, lei lo era e continua ad esserlo... molto più dell’assassino.

Massimo Parlanti, una maschera, rideva con difficoltà, e quando lo faceva sembrava sempre che non gli appartenesse...non l'ho mai visto ridere di gusto, sinceramente...avete presente quando una persona "ride con gli occhi" oltre che con la bocca?...
Non aveva piacere "di avere gente intorno" a casa - lui - non ti faceva certamente sentire a tuo agio, sminuiva sempre tutto e tutti, non dava valore a niente ed a nessuno, ed in definitiva ...nemmeno a se stesso. 
Un individuo vuoto, senza passioni, senza emozioni, neanche per se stesso, ma solo per l'idea che ha di se stesso...
Un individuo senza sogni e senza dignità, ma che programma tutto, puntualmente sui presupposti distorti di un animo corrotto... e fa di tutto per ottenerlo, come un adulto bizzoso e viziato all'estremo, che si sente superiore alle regole e non conosce il NO.

Non voglio demonizzare ad ogni costo questo soggetto, non mi serve a niente, ma voglio far capire quali sono le caratteristiche di un individuo che si mette in testa una cosa, perchè l'ha programmata e comunque nemmeno da quella trarrà soddisfazione, come non ne trae da niente.
la freddezza e l'asetticità di questo individuo - a detta anche di chi ha una certa esperienza - non si riscontra nemmeno in criminali più incalliti, che comunque hanno un codice, "un'etica", per così dire..

L'altro giorno in aula è apparso il suo spettro, sguardo basso e gli occhi vuoti, incavati nel suo aspetto già da tempo trasfigurato nell'ombra dell'uomo che non è mai riuscito ad essere...


Chissà se avrà il coraggio di venire all'udienza del 7 novembre, se avrà il coraggio di raccontare come sono andate davvero le cose...


Ho deciso di fare del Blog anche una specie di specchio di riflessione, perchè la Cice ci ha fatto anche un altro regalo: ci ha dato la possibilità di crescere, di diventare migliori.
E' un'occasione importante che ho io, ma che abbiamo tutti in generale, grazie a Beatrice. 

Io ho deciso che mi voglio sempre ricordare e voglio ricordarlo a tutti coloro che hanno voglia di ascoltare, che insieme, in compagnia, in comunità:
- si supera tutto, si accetta tutto, ci si rende conto delle cose, delle situazioni...
- si dà il giusto peso alle situazioni, non vi si rimane invischiati in un vortice di orgoglio, agganciato ad un'idea di sé fasulla;
- i problemi molto molto spesso sono molto più piccoli di quanto crediamo;
- non succede di aggrapparsi all'idea di un vortice negativo in cui la salvezza dall'oblio è quella di "essere il meno infelice", dove chi non ha niente da dare, chi è vuoto dentro, per sentirsi meglio desidera solo che gli altri siano più infelici di lui.

Vivere la comunità ci aiuta, ci rende felici, ci fa sentire appagati, perché gli affetti, i valori, lo scambio continuo, il donare agli altri, porta inevitabilmente a condividere e ad aiutarsi l'un l'altro...a comprendere che la vita riserva già di suo brutte sorprese e che non è necessario crearne di altre.
Si capisce che da soli non si vale niente perché tutto necessariamente si rapporta agli altri, che da soli non lasceremmo niente, da soli buttiamo via il tempo...
In comunità si gioisce ed è un piacere gioire assieme, spargere e diffondere un po' di questa gioia anche a coloro che stanno soffrendo,... perché fa bene.
Perché ci si confronta e si cresce. Tutti. Si condivide, si trova il senso della vita: condividere e trasferire emozioni...di noi poi non resta altro in ogni caso: le emozioni...tutto ciò a cui è legata un'emozione vale la pena, è un regalo... e spesso chi lo fa è contento almeno quanto chi lo riceve.
Tutto quello che ha senso nella nostra vita, fateci caso, è legato ad altre persone.


Per questo cara Cice
mi impegno a migliorare;
mi impegno a sfidare me stesso;
mi impegno ad ascoltare i consigli sinceri;
mi impegno ad essere più tollerante, ma ad allontanare con più decisione la negatività contagiosa che - se tollerata troppo - si insinua nella nostra vita e devasta;
mi impegno ad essere più felice, a ridere ancora di più, anche quando è difficile, molto difficile;
mi impegno a far vedere di più come sono fatto dentro;
mi impegno a non trascurare più la leggerezza, la "pulizia" e la profondità;
mi impegno ad essere un uomo migliore... ogni giorno di più.

Non è facile, ma ci credo.

Nel tuo ricordo e per il bene di ciò che hai lasciato, dolce sorellina, Cice.



8 commenti:

  1. "...una maschera, rideva con difficoltà, e quando lo faceva sembrava sempre che non gli appartenesse...non l'ho mai visto ridere di gusto, sinceramente...avete presente quando una persona "ride con gli occhi" oltre che con la bocca?..."
    Hai detto bene, Lorenzo. Mi hai fatto tornare in mente quando negli anni mi è capitato di incontrarlo e frequentarlo: ho sempre avuto l'impressione di un individuo chiuso, schivo, indifferente, con quel mezzo sorriso di scherno sempre dipinto in volto.
    Soprattutto non l'ho mai sentito dire una parola dolce o affettuosa a Beatrice, anzi capitava spesso che la trattasse come una sciocca e la deridesse apertamente davanti a noi. Già allora lui la sviliva, sottolineava quelli che lui riteneva evidenti difetti.
    Però Beatrice incassava sempre bene, si lasciava scivolare i suoi commenti addosso, e magari li neutralizzava con un sorriso o una battuta.
    E' sempre stata migliore di lui, e lui nel suo cupo baratro lo sapeva.
    Il 7 farò di tutto per esserci.

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  2. Ti ringrazio Lapo mi fa molto piacere. Mi farà molto piacere per chiunque deciderà di esserci. Vi aspettiamo a braccia aperte, ...Beatrice vi aspetta tutti, per lei e per le altre che, come lei hanno incontrato nella loro strada un demonio che ha voluto privarle della libertà che si erano riconquistate. Grazie.

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  3. Caro Lapo, qualcuno (non sto a dire chi) la prima volta che li conobbe, commentò proprio lo stesso atteggiamento dell'assassino che tu descrivi e che lui non mancò di mostrare anche in quel caso. Lo commentò allo stesso modo tuo o quasi, anzi fu più più duro nel giudizio, già allora. In quel periodo avevo piacere di entrare finalmente un po' di più nella vita di mia sorella che, seppur relativamente lontani, ci sentivamo e la sensazione che lei avesse piacere di allargare un po' gli orizzonti l'avevo avuta. Avevo piacere di liberarla da quella morsa (che mai avrei pensato essere così miserabile e fatale). Questo conferma ancora una volta che non sono io che - impazzito o animato da rancore ed odio - cerco di demonizzare un individuo inetto, no. sono fatti e situazioni che diverse persone hanno percepito. Questo ci tengo davvero a chiarirlo.

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  4. Ciao Lorenzo,

    hai toccato una corda molto importante quando dici "le piaceva ridere, eccome se le piaceva, le piaceva stare in compagnia...eccome, le piaceva vivere...eccome!". Negli anni l'ho presa bonariamente tanto in giro per quel suo umorismo spesso "da maschio" e comunque tale da farla star bene in compagnia di tutti, maschi o femmine. È una delle sue caratteristiche che ricordo con più affetto.

    Ciao,

    Guido

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  5. Hai fatto un ritratto molto bello della Beatrice e ti posso assicurare che quando guardo le sue foto risuona nell' aria la sua risata cristallina, spontanea, coinvolgente. E non sembra possibile che lei non ci sia più , perché qualcuno (con la q minuscola) si è arrogato un diritto, che non aveva, sulla sua vita. Ho pianto tanto al suo funerale, ho pianto come donna, ho pianto come mamma ho pianto come amica sua e tua, ho pianto come sorella, ho pianto come figlia di due genitori che non meritano questo dolore. Però hai ragione quando dici che non dobbiamo farci travolgere dalla negatività , non serve a niente, non ci riporta indietro nel tempo. Dobbiamo invece fare tesoro di ciò che la Beatrice è stata e di ciò che ci ha lasciato nel suo passaggio in questo vita e la forza che c'è nelle tue parole e in tutto quello che fai dimostra che tu per primo lo hai capito. Chissà, forse è genetico?!
    Ciao
    Sara

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  6. È vero Lorenzo, tutto ciò che costituisce traccia del nostro passaggio, la sola cosa che resta di noi, risiede solo ed unicamente nelle emozioni e nei sentimenti che con le nostre azioni e le nostre parole siamo riusciti a suscitare in quanti abbiamo incontrato, nel corso della vita.
    È l’unica ricchezza, l’unico vero valore testamentario che lasciamo.
    Nel mondo di oggi, un po’ perché siamo presi dalle preoccupazioni quotidiane del nostro” microcosmo”, dove tempi e impegni sono sempre molto serrati, un po’ per una diversa organizzazione della società e dei nuclei familiari rispetto alle realtà di altri tempi (dove in una stessa casa convivevano più generazioni…) siamo portati naturalmente a perdere quelle abitudini, quei legami, quelle consuetudini che ci rendevano naturalmente propensi allo stare in comunità. Nelle “vecchie” famiglie, se c’era un problema se ne parlava tutti insieme, magari anche troppo, ma il risultato finale era una condivisione che rendeva quel problema più sopportabile e si risolveva pure meglio. E fin da bambini si era portati a condividere le gioie ma anche i problemi, come la cosa più naturale da fare.
    Diversamente succede oggi, dove spesso, troppo spesso tendiamo a chiuderci se abbiamo un problema, ci si cova nell’intimo e così facendo ci può apparire insormontabile. Questa tendenza ci porta a credere che gli altri comunque non ci sarebbero di nessun aiuto, perché tanto, alla fine, dobbiamo sbrigarcela da soli….
    Invece i problemi si risolvono molto meglio con l’aiuto degli altri!
    Basta tendere una mano e ci accorgeremo che le persone care, amici, parenti, ma spesso anche chi non immaginiamo, sono molto contenti di darci un aiuto.
    Il fatto è che ci riguardiamo, ci limitiamo, per non disturbare…e così poi siamo portati a fare anche con gli altri…ci accorgiamo che qualcosa non va, ma abbiamo paura di creare impaccio, di mettere in difficoltà… magari con domande che temiamo potrebbero far incrinare un rapporto!!!
    Ma come sono belli i rapporti in cui, ovviamente conservando il rispetto, si può parlare di tutto e dire tutto quello che ci sentiamo, senza la paura di essere giudicati! Perché spesso è proprio il timore del giudizio il freno alla nostra spontaneità….
    In fondo basterebbe un po’ più di spontaneità perché i rapporti diventino più veri e costruttivi…
    Un caro saluto, Lorenzo.
    Quello che fai sicuramente darà forza e speranza a tante donne che vivono situazioni di difficoltà.

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  7. Cara Ilaria, è bello leggere parole come le tue, da queste si capiscono tante altre cose e danno speranza.
    L'assassino della Cice ha operato di continuo con un disegno ben preciso di isolamento, di distacco paziente e graduale delle persone a lui vicine - di Beatrice in particolare - dal "resto del mondo" e dalle famiglie in particolare.
    Ultimamente (quando ancora niente era sospettabile) lui non seguiva più nemmeno Beatrice quando veniva a trovare me o i miei genitori.
    Questo, si è capito poi, allo scopo di ritagliare un "regno" in cui lui era il regnante con le sue bizze adulte o con le sue imposizioni imperiose.
    E lo ha continuato a fare anche dal carcere cercando di contattare separatamente le persone - chiedendo di non rivelare niente a nessun altro - per le sue solite manipolazioni.
    Tendono a demolire l'amor proprio delle persone, a farle sentire incapaci. Spesso cercano di limitarne l'indipendenza anche inducendole a lavori part-time o a lasciare proprio il lavoro, e cose del genere.
    Ma di questo (anche se l'ho già accennato) scrivo in un altro post.
    Per questo è molto importante - nello specifico - che ci sia questa condivisione: perché questi individui meschini, miseri e miserabili, in questa condivisione non resistono, perdono forza, annegano, e le "potenziali vittime" traggono la forza di riconoscere e farsi valere.
    Ti ringrazio davvero tanto per queste tue parole, non sai quanto sono importanti.

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  8. Mi piace ricordare una frase che spesso mi diceva Beatrice "Vedi Paolo, quel deficiente mi mette sempre in difficolta'. Ho mille problemi da affrontare, sempre per colpa sua: ma non mi arrendo e cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno.....". Bella la filosofia del bicchiere mezzo pieno: un grande insegnamento, per me e per tutti.

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