venerdì 29 marzo 2013

Celebrare Beatrice

L'altro giorno hanno dissequestrato le cose di Beatrice, siamo entrati in casa, quella casa dove la sera del 13 dicembre l'abbiamo trovata lì, distesa in terra che, nonostante tutto, ci guardava con i suoi occhi dolci e meravigliosi, ed ogni persona quella sera sa come i suoi occhi stavano guardando ognuno dei presenti.

Eravamo diversi fra parenti, amici e comunque persone che volevano molto bene a Beatrice. Questo ha permesso ad ognuno reciprocamente di rientrare in quella casa senza tornare al punto di partenza, senza sprofondare nel baratro di una condizione che appare ancora inverosimile ed inaccettabile.

La presenza, la vicinanza delle persone, persone sensibili e giuste, in grado di condividere valori che hanno realmente un valore, dà la forza di superare le tragedie e di andare avanti, come avrebbe voluto mia sorella.
Perchè si ritrovano, nelle persone vicine, quei valori umani che tutti riconoscono: semplicemente perchè fanno parte della coscienza umana collettiva.

I soggetti egotici si distaccano da questa coscienza collettiva: autoconvinti di essere al di sopra di ogni cosa, al di sopra di ogni persona; loro rifiutano il confronto.
Ovviamente scoprirebbero la loro nullità a confronto della loro autoconvinzione di onnipotenza,... in questo modo invece sprofondano in ragionamenti sempre più contorti incentrati solo su se stessi, ragionamenti distorti, malsani e strumentali solamente ai loro fini.
Probabilmente di questi obiettivi viene persa anche l'origine, ma sono solo espressione dell'affermazione di sè stessi, e meditano perchè devono arrivare ad ogni costo allo scopo, e tutto ciò che meditano, proprio in quanto necessario all'affermazione di loro stessi, per loro è assolutamente necessario.

Per questo la condivisione, il dialogo, il confronto sono gli elementi fondamentali per vivere tutti meglio, per crescere e migliorare tutti insieme. Le persone limpide e sicure di se stesse, hanno la coscienza di non pretendere che venga loro riconosciuta la perfezione che essi stessi si autoattribuiscono, non temono il confronto, non temono il dialogo, perchè sannodi essere nel giusto e comunque disponibili a ragionare.

Beatrice era così e continua a guardarci ed a ricordarci che l'amicizia, la comunità, prima ancora della società (con le regole che a volte diventano anche avulse dal senso che le ha create), è importante, che tutti noi esistiamo perchè esistono gli altri e che le persone non sono solo "oggetti funzionali ai nostri desideri", ma anzi l'essenza della vita è mettersi a disposizione reciprocamente, senza per forza chiedere qualcosa in cambio. 

Beatrice con la sua storia ci ricorda, assieme a tutte le persone che la conoscono e che le vogliono bene, dove possono arrivare queste persone che pretendono tutto si pieghi al loro desiderio che, passando per volontà, diventa ossessione, della quale sparisce ogni significato se non l'autoaffermazione di sè: fatti, persone, regole, vengono strumentalizzati e distorti con un solo obiettivo.

La comunità è fatta proprio di questo, di condivisione e di un animo ed un senso comune di correttezza e giustizia: Beatrice aveva la capacità naturale di dialogare e far dialogare, di mettesi a disposizione, di essere equilibrata.

C'è tanto bisogno di queste capacità delle persone, oggi più che mai. Altrimenti dove andremo a finire? ...e chi saremmo da soli?

Per questo sono sicuro che celebrando la Cice, lei continuerà a starci accanto, continuerà a vivere con noi e quello che costruiremo per lei, sarà costruito con lei.
E' il modo migliore perchè si impari qualcosa dal suo sacrificio (e solo quelli come Parlanti pensano che non hanno niente da imparare), aiutandoci a diventare sempre migliori.
Beatrice non ci abbandona, rimane con noi e con i suoi figli, e noi tutti abbiamo il compito di farli crescere e di farla essere fiera di noi e di loro.

Ciao Cice

3 commenti:

  1. Sono d'accordo con Lorenzo. Belle parole.
    Parole che vengono dal cuore di un fratello che amava sua sorella.
    Dobbiamo ricordare sempre Beatrice. "Celebrarla" ogni giorno.
    Per quanto mi riguarda, questa terribile esperienza mi ha insegnato, fra le altre cose, che il nemico si puo' nascondere anche in casa, anche fra le persone piu' vicine o che una volta erano le piu' care (come nel caso del Parlanti, ex marito ). In certe circostanze, mai voltare le spalle; bisogna stare sempre in guardia: è un consiglio che appare banale. Forse anche a Beatrice sarebbe apparso banale. Purtroppo lei a caro prezzo ha scontato questa "banalita'".
    Mi permetto di fare un appello a tutte le donne che stanno affrontando una separazione o un divorzio difficile come quello di Beatrice o molto piu' semplicemente che hanno a che fare con uomini simili al Parlanti: NON ABBASSATE MAI LA GUARDIA E NON SOTTOVALUTATE MAI IL POTENZIALE PERICOLO. SIATE PRUDENTI AL MASSIMO. DOVETE FARLO PER VOI STESSE E PER I VOSTRI FIGLI.
    Perche' il sacrificio di Beatrice non sia vano.

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    1. Paolo, non ti conosco, ma sento la necessità di rispondere alle tue parole. Sono una donna con un bambino piccolo che da una anno è separata. Non eravamo sposati e per questo avrei potuto evitare di andare da un avvocato, cosa che la persona con la quale stavo mi pregò di fare, tanto lui mi avrebbe dato "quello che gli avanzava a fine mese". Certo e se un mese non gli avanza niente, perchè si deve fare un nuovo tatuaggio o deve comprare un macchinone, io che faccio? I figli mangiano tutti i giorni! Premetto che percepisco uno stipendio da fame. Ti confesso che all'inizio sono stata titubante sul da farsi, perchè avevo PAURA di lui e della sua famiglia, ma poi ad un certo punto mi sono accorta che non era giusto che mio padre, all'età di 65 anni, si prendesse carico di mio figlio (cosa che ha fatto per tutto questo periodo in modo eccezionale e con grande sacrificio) ed ho deciso di non avere più paura e di andare avanti nella mia battaglia legale. Mi rendo conto che il mio ex compagno ha tutto il diritto di rifarsi una vita con la sua nuova compagna, ma non a discapito di suo figlio! Le sua parole furono queste: "La mia nuova compagna non lavora ed io non riesco a darti il mantenimento per il bambino e a costruirmi una famiglia con lei". Sono stata umiliata e tradita come donna e come madre e mi viene a dire che lui non riesce a dare niente per il figlio? A me che se in questi mesi sono riuscita a garantire un tetto sulla testa a NOSTRO figlio è merito solo dei miei genitori?
      Non chiedo molto, solo la possibilità di garantire una vita decorosa a mio figlio e che suo padre si prenda le sue responsabilità.Questi uomini cercano di farci sentire in colpa e di incuterci paura, ma se noi donne cadiamo in tale giochetto loro la faranno franca. Non sottovaluto il pericolo e non abbasserò la guardia, ma lotterò per tutelare il benessere psico-fisico ed economico di mio figlio!
      Credo che l'Italia sia ancora un paese civile, ma se non sappiamo tutelare i nostri figli non possiamo più definirlo tale e proprio perchè penso che ci troviamo in un paese civile, ho totalmente fiducia nel fatto che per Beatrice e per le tante donne come lei sarà fatta giustizia, attraverso sentenze che condanneranno i loro carnefici con pene esemplari!
      Manuela

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  2. Ciao Paolo e Manuela, credo proprio che abbiate ragione tutti e due: uno per un verso, l’altra per un altro.
    Perché purtroppo in questi casi si vede l'essenza di quello che le persone sono.
    E’ sacrosanto rifarsi la vita con un'altra persona: nessuno penso possa aver niente in contrario.
    Ma frequentemente chi sbandiera questa sua necessità spesso è proprio colui che la nega o cerca di negarlo all'altro.

    Non per gelosia di un nuovo compagno, che peraltro nei casi come quello di Beatrice sarebbe un'ingiustificata mostruosa assurdità, grotteca e chiarissimo sintomo di un tracotante egocentrismo.
    Purtroppo persone così ce ne sono, persone che fanno dell'assurdo il loro modo di vivere: tradisci la tua compagna o compagno e poi parli di gelosia...NO! è solo un modo di nascondersi, di cercare una scappatoia agli occhi della società e della legge in un concetto dal retaggio culturale medievale, e la gente e la giustizia non possono credergli!

    In realtà quello che loro non sopportano è la dimostrazione della loro inutilità, del fatto che quella persona può fare a meno di loro. Questo egocentrismo smisurato porta ad odiare chi svela loro di essere delle nullità, che dimostrano di essere proprio con determinati atteggiamenti.
    La ragionevolezza per questi soggetti sta su un’altra galassia a loro ignota e non visibile, ma la sventolano agli altri con presunzione: sono gli altri a doversi adeguare a loro,… ragionevolmente.

    Se la ragionevolezza è quella che i “vari” Parlanti richiamano, pretendendola solo dagli altri, mentre loro sono l’emblema di quanto più lontano vi sia dalla stessa attuando comportamenti di ritorsione continui, allora è sacrosanto battersi per i propri diritti.

    Questi individui, che nel nome di se stessi avanzano prepotentemente diritti sui figli, fantomatici diritti improntati solo alla soddisfazione del proprio ego, sono pericolosi perché non saranno mai in pace con se stessi - non lo erano già da prima - e spesso cercano nella distruzione dell’altro l’annientamento della dimostrazione della loro vera natura, inaccettabile anche per loro stessi.
    Sono pericolosi perché sentono le necessità di distruggere tutto ciò che mina il loro ego smisurato, anche a costo dell’autodistruzione.

    Questi soggetti hanno come unico valore ed obiettivo l’affermazione del proprio ego ed usano ogni mezzo per ottenerla, pertanto non c’è da stupirsi se usano i figli come oggetto, come trofeo ambito solo come simbolo di vittoria sull’altro. Incuranti dei bisogni dei bambini.
    Questo è un sintomo importante. Se questo è l’approccio, se questa cosa si verifica, allora credo che ci sia la condizione di pericolo: quindi c’è da lottare per la giustizia, ma c’è anche da stare molto, molto attenti!
    Una cosa molto importante da fare è condividere, rendere noto a tutti, chiedere aiuto, consiglio: cose che l’altro rinfaccerà provocando, prendendo in giro perché “non riesci da sola…”, “vai dalla mamma…”.
    Non ci cascate! Chiedere aiuto è U M A N O !
    Capisco che dopo tutte le ritorsioni ed il male subito c’è voglia di sentirsi forti dentro, ma lo si è anche e soprattutto con l’aiuto degli altri… chi ha la fortuna di non essere solo al mondo non se la crei la solitudine. Perché se non è solo vuol dire che gli altri gli vogliono bene. E se hai persone che ti vogliono bene, vuol dire che sei una persona perbene.
    Scusate il commento lungo.
    Lorenzo

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