domenica 24 marzo 2013

La giustizia fra il grigio ed il nero

Cara Beatrice
è ormai primavera, l'altra notte come stanotte, ti ho sognata: eri tornata ed eri illuminata dal sole di primavera e sorridente come ricordo io, come non lo eri più da tempo finchè sei stata vicino a quel mostro di Parlanti.

Mostro, si. Non si può parlare altrimenti di un individuo così marcio dentro. Uno che non prova niente per nessuno, probabilmente neanche per se stesso, tanto è lontana la sua idea di se stesso da quello che è realmente: sicuramente è per questo che non accetta di confrontarsi col mondo, si isola e tenta di isolare gli altri; si autoconvince di essere un grand'uomo, quando è incapace di servire a qualcosa, a qualcuno, al mondo: un essere inutile e solo.

Tanto inutile da diventare pericoloso nel tentativo di essere utile almeno a se stesso... dannoso e pericoloso per tutti: chiedetelo a noi, ai suoi parenti, ai suoi "amici"... a chiunque lo ha conosciuto un minimo.

Perchè è sempre stato isolato? perchè si rende conto che molti riescono, chi più chi meno in vari modi, mentre lui non è riuscito in niente: lavoro, famiglia, ambito sociale... niente altro che seminare distruzione.Di questo purtroppo dovrò parlarne man mano, per via delle indagini, c'è chi mi sconsiglia di scrivere ancora, almeno per un po'...ma io scriverò ancora ed ancora.
Perchè l'infinità di mostruosità assurde, grottesche e tragiche che questo individuo ha portato avanti con scienza e coscienza deve essere nota a tutti, perchè al contrario io credo nella condivisione come valore per crescere, migliorarsi e vivere tutti meglio.
Condividere vuol dire, in questo caso, anche mettre a disposizione tutto quello che conosciamo per gli altri, perchè stiano con gli occhi molto aperti su situazioni ed individui come questo.
Nel sogno, dicevo, non hai detto niente, ma eri sorridente, dolce e solare, proprio come eri tornata ad essere allontanandoti da tutti il marcio dall'assassino.

Assassino, si. E rimarrà tale, per sempre... il suo nome non ha significato, come non lo ha mai avuto: anche in passato, pronunciare il suo nome sembra un disturbo per lui. E probabilmente lo è. 

Cara Cice, non riesco ancora ad accettare di non poterti più parlare, mandare messaggi, darti un bacio, non riesco ad accettare che non puoi più dirci niente, non puoi raccontare cos'hai provato e come è andata veramente mentre Parlanti, l'assassino maledetto, si accaniva e ti uccideva, non provando niente: come in tutta la sua vita.
Lui è fiero di "essere l'unico a sapere com'è andata realmente" e non dirà mai la verità, lo ha dimostrato con le sue versioni sempre diverse e contraddittorie, come piene di contraddizioni e di menzogne assurde ed inverosimili sono le cose che ha detto, sostenuto e perpetuato in precedenza. Impossibile non accorgersene.

Cara Cice, non riesco ad accettare di non averti potuta salutare, di non averti potuta proteggere, di non poterti dire più niente...e quante cose vorrei dirti!
Non riesco ad accettare che non possa vedere i tuoi bambini, che non possiamo più ridere insieme, non possiamo più condividere le difficoltà, le gioie, i nostri figli, di cui siamo reciprocamente padrino e madrina... 
...la mia dolce sorellona.

Tutto questo può rendere possibile comparare la condizione della vittima con quella del carnefice? Se solo ci provo devo ancora confrontare "il grigio della cella" con "il nero assoluto" dentro la bara dov'è Beatrice...

Non ce la faccio proprio: soprattutto per colui, e chi come lui, ha deliberatamente DECISO di massacrare brutalmente e POI di strangolare una donna, come la mia dolce sorella Beatrice.

L'ergastolo mi sembra la pena minima, per un individuo bestiale e brutalmente calcolatore, che continua nel suo atteggiamento e che non mostra alcun segno di pentimento, nè di dispiacere, se non per questo "intoppo" per il suo progetto.

Per questo continuo a voler confidare negli inquirenti, finora eccezionali professionalmente ed umanamente.
Continuo a voler confidare nei giudici, che saranno chiamati a esprimere il loro giudizio su quanto questo delinquente assassino ha portato avanti con metodo, il suo metodo, strano grottesco, ma spero che il grottesco non costituisca attenuante, perchè non ne trovo alcuna per un gesto che non è assolutamente un errore.

Credo che nessuno voglia farsi ingannare da dei soggetti come Parlanti, dalle azioni "formalmente collaborative" e solo formalmente - perchè continua a mentire - e spero che la la legge non abbia per lui quella "pietà" che lui non ha avuto per la Cice.

Il disagio di una cella stretta e grigia è già un lusso che la Beatrice amata da tutti vorrebbe avere. Lui ha voluto costringerla ad un posto molto più stretto e molto più buio.
E allora quale pietà può essergli concessa?
Siamo civili e giustamente debbono essere accertate tante cose, anche se questo mostro continua ad ingannare, ma quello che ha fatto è la cosa più grave che un essre umano può fare: uccidere deliberatamente la madre dei propri figli...con tutti i benefici che per lui ne sarebbero conseguiti.

Questo credo la società si aspetti: giustizia, vera e giusta, commisurata ai fatti ed alla crudeltà.
In che paese saremmo altrimenti? in un paese in cui questi soggetti disumani sanno che tutto sommato il gioco vale la candela?

2 commenti:

  1. In questo momento non ho voglia di parlare del mostro assassino che ci ha tolto per sempre il piu' bel fiore del nostro giardino....la stella piu' luminosa del cielo. Ma sono sicuro che se lui passera' tanti anni di vita in una grigia galera, lei non sara' chiusa in una bara nera e fredda. Lei è gia' luce, luce che splende in cielo e che nessuno, questa volta davvero nessuno, potra' mai piu' spengere. Sono sicuro che veglia su di noi, e sui suoi bambini: quei bambini che ha sempre amato e difeso. Quei bambini sono un pezzo di Beatrice, forse il pezzo piu' importante e bello. La cosa ed il ricordo piu' meraviglioso che ci potesse lasciare. E Lorenzo ha l'onore di esserne il tutore, come lei voleva.

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  2. nessuna giustizia restituirà la vita a Beatrice, ma la Giustizia ha il dovere di impedire a chi le ha tolto la vita di poter ricominciare.
    Non ci sono attenuanti.
    Caro Lorenzo, se Beatrice fosse stata mia sorella, non potendo ripercorrere il tempo, adesso vorrei soltanto che il suo assassino avesse quale migliore prospettiva la fine dei propri giorni.

    Katia

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