venerdì 1 marzo 2013

I diritti del carnefice e quelli della vittima

Cara Laura, ti ringrazio per il tuo commento e per la tua vicinanza, lo apprezziamo veramente molto.
Quanto tu hai scritto non può che essere spunto per un altro post; questo, fra i tanti che spero siano utili sempre più, in senso lato.

La condanna peggiore in ogni caso è per Beatrice: distesa in una bara per l’eternità, senza diritto di parola, senza diritto di respirare, senza più diritto a niente!
Beatrice non ha più la vita, per il volere di Parlanti: così per sua propria decisione lui stesso ha tolto ai bambini la loro dolce mamma.
Non solo, ha tolto anche il padre che, indegno anche di essere chiamato tale, ha scelto coscientemente di collocarsi non fra coloro che li proteggono, ma fra i loro peggiori demoni.

Io però confido ancora che la giustizia riesca a tener debitamente conto, anche solo di tutti quei gravissimi ed inequivocabili fatti già noti a tutti (oltre a tutti gli altri), ed essere giusta.
Se questi evidenti elementi verranno considerati, tutte le attenuanti e gli sconti che la legge prevede verranno adeguatamente ponderati e verosimilmente non concessi.
Perché, anche se gli sconti sono previsti, deve comunque essere ben valutato se sono opportuni o no!

Questa cosa mi tormenta: stiamo a discutere se lui ha diritto ad attenuanti...
...a lui la legge dà queste possibilità, a Beatrice quali offre?

Se poi penso allo sconto del 33% sulla pena che la legge prevede: quando vado a comprare il pane o la frutta non mi fanno questo sconto perché metto la merce sul nastro della cassa!
allora lo deve avere chi ammazza brutalmente una donna?

Qui il link all'articolo de La Nazione di ieri che parla del tema e di Beatrice:
La Nazione 28/02/2013 - Un Blog per Beatrice e non solo

Spero di riuscire a breve a rendere noti gli altri fatti conosciuti che tracciano, per una persona normale come me, il quadro terrificante della realtà di distruzione che Parlanti, l’assassino, si porta dietro e ritengo custodisca molto accuratamente e meticolosamente al suo interno.

Lo spirito di questo Blog è proprio quello di positività ed utilità, preferisco costruire, non distruggere.
A breve dovrei risucire a pubblicare altri post che riguardano i segnali ed i connotati del femminicida che abbiamo riscontrato e poi ricostruito, purtroppo solo dopo, ed altro, molto altro. 


5 commenti:

  1. Io potrei diventare come "Beatrice", mia figlia Irene potrebbe diventare un'altra Beatrice, l'ennesima vittima della folle rabbia maschile.
    Ho seguito con attenzione il programma Presa Diretta, è mi ha profondamente turbata il lucido commento di un uomo, in cura riabilitativa per atti di violenza sulla compagna, che ha affermato "LE DONNE, CON LE PAROLE, TI DISTRUGGUNO" e allora l'uomo reagisce con la violenza fisica, l'unico mezzo che riconosce.
    Quindi, da madre anche di un figlio maschio ho riflettuto: da donna posso diventare vittima, ma non posso essere una donna che genera un carnefice.
    L'educazione alla elaborazione delle frustrazioni, al dominio degli impulsi, ad accettare ed esternare gli attimi di debolezza e al rispetto inizia dentro la famiglia, sin da piccolissimi.
    Le donne si mettono in discussione, si confidano, si confrontano talvolta anche senza vergonga, il maschio no, non può, non deve farlo, è un vecchio retaggio della nostra cultura...

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    1. Sono una mamma di un bembino di tre anni (che tra l'altro frequenta la stessa scuola della figlia di Lorenzo). Io credo che come madre e soprattutto come madre di un figlio maschio ho una grande responsabilità,quella di insegnare a mio figlio il rispetto per l'altro sesso ed imparare a dialogare ed a cercare un confronto e non la prevaricazione!Il fatto che noi donne utilizziamo le parole maglio di alcuni uomini, può essere vero, dato che abbiamo dovuto sviluppare un meccanismo di difesa diverso da quello fisico,del resto l'uomo si è sempre sentito in diritto di utilizzare la forza fisica. Noi madri delle future generazioni abbiamo il dovere di crescere uomini diversi!

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    2. Grazie, grazie davvero per i vostri commenti, sono contributi fondamentali per comprendere e far sì che il sacrificio di Beatrice abbia un senso anche per prevenire altre tragedie come la nostra,… la sua.

      C'è davvero bisogno di uomini diversi, soprattutto c'è bisogno di uomini che siano realmente tali. Chi compie questi gesti, come l'individuo che ha massacrato Beatrice, sono soggetti segnati da una profonda spaccatura fra l'idea che hanno di loro stessi e quello che realmente sono, da una incapacità di misurarsi con qualsiasi persona o qualsiasi prova che la vita gli presenta: sostanzialmente incapaci di stare al mondo.
      Anche perché nella convinzione di essere superiori.
      La combinazione letale è la presunzione di essere superiori, ma la sensazione che comunque questi soggetti hanno di palese inadeguatezza, diciamolo pure: di inferiorità.
      Inevitabilmente a questa si unisce il totale rifiuto verso il confronto: l’isolamento di loro stessi ed il tentativo di estenderlo a chi è vicino.

      Non importa arrivare alla mostruosità di quello che ha fatto Parlanti per mostrare questa condizione, lo si vede già molto prima.
      Il problema diventa tragedia nel passaggio, nel salto che questi soggetti, come Parlanti, riescono a fare ad un certo punto. Questo balzo, pur essendoci un crescendo, può essere davvero imprevedibile. Questi non sono uomini, ma eterni disadattati, disposti all’inimmaginabile pur di non misurarsi con la realtà.

      Ad un certo punto i figli devono essere responsabilizzati, devono conoscere le conseguenze delle loro azioni, non possono essere protetti anche nell’insostenibile, altrimenti la loro distorsione mentale non può che crescere.
      Se le azioni più sconsiderate non hanno conseguenze, questi si convincono di essere immuni da tutto e divengono ancora più temerari nel livello di sconsideratezza, distruggendo puntualmente tutto ciò che gli viene offerto (che per loro non ha la benché minima considerazione) e travolgendo chiunque gli è vicino.
      Stiamo parlando di bambini…ma anche di quarantenni !

      In questo come padri e madri abbiamo la più grande responsabilità del più antico mestiere del mondo: essere genitori.
      Essere uniti e confrontarsi fra genitori, fra amici, fra famiglie, potrebbe essere già un grande passo per la nostra società "evoluta".

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    3. Caro Lorenzo, sono la mamma del compagno di scuola di tua figlia e ti volevo solo dire che ho saputo dell'immensa tragedia che ha colpito la tua famiglia solo qualche giorno fà. La cosa mi ha lasciato sbigottita! Sapevo da tua moglie che, come me, anche tua sorella si stava separando, ma non avrei mai immaginato una cosa così. La cosa mi ha fatto riflettere e vedendo la descrizione dell'ex marito di tua sorella, mi sembra di capire che è un infantile pieno di sè, sembra la descrizione del padre di mio figlio, anche lui ha cercato la complicità del piccolo,non per un evento tragico come la mia morte per fortuna (anche se ti confesso che spesso un po' di paura l'ho avuta nel corso di questi mesi),ma per nascondere l'amante. Ecco questi sono uomini vili ed infantili, non sanno prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Hai tradito la madre di tuo figlio? Non è un reato, ma non cercare la complicità dei bambini! Hai ucciso la tua ex moglie? Non tirare dentro i bambini! Nessuno deve toccare i bambini, perchè questa è una cosa gravissima. Quello che ha fatto Parlanti è doppiamente grave per questo motivo!

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  2. Cara amica, non hai idea di quanto vero sia ciò che dici. Purtroppo è quello che ho sentito dirmi anche io...e non solo in trasmissione...e quello che preoccupa e tormenta è ancora questo: i carnefici si trasformano in vittime!
    Io sono un uomo e mi ritengo veramente tale, con tutti i miei limiti e difetti...e ne ho veramente tanti, ma un uomo.
    Posso quindi confermarti ed in un certo modo cogliere ancora meglio certe sfumature di quello che dici, ma non lo posso minimamente avallare in nessuna scusante!
    Non trovo scusanti nel non affrontare la propria inadeguatezza scaricandola con violenza sugli altri, come viatico per espiare le proprie mancanze: io sbaglio, tu paghi.
    Proprio da uomo spero di poter dare un contributo ed un aiuto, se potrò anche molto concreto, per aiutare a far capire e magari evitare anche solo uno degli episodi come noi (Beatrice) abbiamo vissuto.
    Non è una lotta fra sessi, non siamo uomini contro donne, anzi è proprio l'opposto: l'unione, la condivizsione, la comunità...proprio in questo periodo, dove ci sono i social network, della comunicazione all'estremo, non siamo capaci di comunicare le cose più importanti. E' un fatto culturale, di educazione, è vero ciò che dici.
    Si tratta di competizione interiore logorante che non ha altro scopo di trascinare nello stesso oblio anche chi è vicino e potrebbe aiutarli. L'aiuto non è una sconfitta...qui si tratta di comprendere il senso della vita: della ragione per cui siamo al mondo. E questi soggetti di sicuro non hanno capito, anzi non si ono mai posti la domanda.

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